Albaronco-San Giovanni, è partitissima. Duello Scarabello-Soave, e non solo…

Albaronco-San Giovanni, è partitissima. Duello Scarabello-Soave, e non solo…

by 24 Novembre 2015

Occhio alla partitissima. Albaronco-San Giovanni Lupatoto è sfida d’alta quota. Scontro tra titani, uno dei tanti, vien da dire, visto il livello del girone. A Ronco, però, la partita avrà un peso specifico leggermente superiore. Il risultato va oltre la logica dei tre punti e della classifica. Supera anche il pronostico basato sul valore delle rose.

Le due squadre arrivano allo scontro diretto con due cammini speculari, un’arrampicata lenta e costante, sornione e progressiva, pure attesa, per certi versi. L’analisi delle storie delle due formazioni desta interesse. L’Albaronco trova linfa nei consigli del nuovo che avanza, il tecnico Nicola Corrent, professionista passato dall’altra parte della barricata. Nicola ha scelto di fare gavetta, di sporcarsi le mani nei dilettanti, per capire se davvero ha la stoffa per fare l’allenatore.

Di fronte, con la casacca biancorossa, c’è Marco Burato, tecnico che, pur avendo sempre raggiunto risultati decorosi, nell’ultimo biennio si è messo in luce. La salvezza-miracolo di Albaredo e il primo posto di Cologna Veneta sono medaglie cucite sul suo petto, le ricordiamo bene. Burato è tecnico ligio al lavoro, posato nei modi, curioso d’indole, ormai maturo, esperto, scafato. Un po’ d’esperienza ce l’ha, è innegabile. Si è mostrato capace di vincere senza strafare, di coltivare l’ambizione senza proclami, di essere cultore della medietà, della ricerca del giusto mezzo, del buonsenso, dell’aurea mediocritas, per chi la conosce.

Lo scontro di vedute incuriosisce. Non si parla di sistemi assoluti, di verità universali. Eppure le formazioni sono diverse, i cammini pure. Sarà bello vederli a confronto, l’uno davanti all’altro. Anche le rose, spulciate con attenzione, stuzzicano il pensiero di chi s’intende di pallone.

Il San Giovanni ha degli ex Albaronco in rosa, come Baraldo e Scarabello. Non due nomi qualunque: i due hanno fatto la storia, a modo loro, in verdegranata. Baraldo in porta, a volare tra i legni, Scarabello davanti, a gonfiare la rete. C’erano tutti e due il giorno della promozione ai play-off. Passati dall’altra parte, col biancorosso addosso, tenteranno di giocare lo scacco matto. Ma poi c’è Roberto Meneghetti, ex capitano della Belfiorese. Federico Bressan, ex Cavalponica e Santo Stefano, uno che sulla corsia mancina sa il fatto suo. Oppure Beltrame, che col mancino può far cantare il pallone, il capitano Poli, o il ragioniere Perbellini in regia, uno che la Prima l’ha già vinta col Cadidavid. Un mix niente male, vien da dire.

L’Albaronco non è da meno. Alessio Soave davanti è già a quota sedici goal. I numeri parlano da soli: altre presentazioni non servono. Ma è l’intera macchina progettata da Corrent a funzionare a dovere. Pastorello in porta è una sicurezza, Urbani dietro, ex Hellas Verona, un baluardo. Cavazza in mezzo è metodista scientifico, Gerson Mera garantisce imprevedibilità, quel tocco di sana follia che nei sedici metri finali spesso fa la differenza. Ma non dimentichiamo l’altro Soave, Dimitri: motorino inesauribile, duttile, veloce, nevrile, dotato di ottima tecnica individuale. Imparasse ad attaccare di più la porta, diventerebbe devastante.

C’è tutto per caricare l’attesa del fascino delle grandi sfide, che non mancano nei dilettanti, nemmeno in Prima Categoria. Saranno novanta minuti da seguire. Chi ha passione passi da Ronco all’Adige, non rimarrà deluso.