Una settimana al via. L’esordio in campionato è come il primo giorno di scuola: chi ha fatto i compiti e chi no?

Una settimana al via. L’esordio in campionato è come il primo giorno di scuola: chi ha fatto i compiti e chi no?

by 1 Settembre 2014

Sette giorni al via. L’attesa è finita. Si riparte: l’esordio in campionato è alle porte. Dalle parole si passa ai fatti, è finito il tempo delle previsioni. Parlerà il campo, il resto conterà poco o nulla.

L’esordio in campionato è come il primo giorno di scuola: giorno di ritorno a routine precise, riti, usanze e scaramanzie. Giorno di preghiere e aspettative, auspici e ambizioni. Come quelli degli studenti, che ogni anno, varcata la porta dell’aula, si predispongono alle lezioni confidando che la sorte, la volontà e l’intelligenza li aiutino per un anno migliore.

E’ ancora calcio d’estate, certo. Non più d’agosto, perchè ormai settembre ci ha aperto le porte. Ma pur sempre ancor figlio di dubbi e incertezze, data la brevità e la fisiologica imperfezione della preparazione precampionato. Però già peseranno i tre punti: vittorie e sconfitte incideranno sul morale, sulla congruità delle idee estive, sulla bontà dei rapporti di spogliatoio. Conta tutto, nulla accadrà senza conseguenze.

C’è chi si è preparato al meglio e chi ha qualche dolorino, chi ha i chili di troppo da smaltire e chi già viaggia come una saetta. Il quid settembrino si ripete, in campo come a scuola: chi ha fatto i compiti e chi no? Chi ha studiato? Chi non l’ha fatto, è bene si metta in riga. Perchè qualche scivolone è concesso, ma non si può viver di capitomboli. E domenica, per chi non se ne fosse accorto, cominciano già le interrogazioni.

L’augurio di tutti, è che il campionato sia occasione di gioco e di sfogo, momento ludico e passionale ricco d’agonismo e sportività tra le parti. Ci saranno anche punti e classifiche in palio, qualche soldino girerà ancora, ma siamo sempre dilettanti: meglio riderci sopra su molti aspetti, che crucciarsi di brutto come alcuni, a torto, fanno. L’auspicio è che ci sia armonia, tra giocatori e allenatori, ma anche con gli arbitri, specie umana particolare, spesso criticata (non sempre a torto, questo va detto: un passo avanti va fatto da tutti, tecnicamente e umanamente parlando), ma indispensabile. La bontà delle loro direzioni dipenderà molto dall’atteggiamento in campo: è risaputo. Meno attori equivarranno a meno errori: partite più serene, senza screzi, magari dai risultati veritieri e non falsati, come tutti vorremmo.

Noi, personalmente, vi auguriamo di divertirvi, di ritrovare sempre il sorriso con un pallone ai piedi, con la speranza di riuscire, come da ventisette anni a questa parte, a raccontare nel migliore dei modi le vostre gesta. Ricominciamo insieme, la strada è lunga: percorrerla fianco a fianco, però, con la giusta lentezza, permetterà a tutti di gustarsi il panorama.

Alla prossima,

Riccardo Perandini

Direttore editoriale Calcio Dilettante Veronese

mail: riccardo.perandini@libero.it