Testimone di una passione radicale. In ricordo di Sara Olivieri
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 15 Ottobre 2020Sara Olivieri la ricordi in tre parole: mettersi a disposizione. Oltre il ruolo, spesso senza limiti di tempo. Onnipresente, sul pezzo con ogni energia, con l’anima donata ad una passione. Ogni racconto sarà riduttivo: solo chi l’ha conosciuta sa quanto Sara amava il calcio come esperienza di relazione, di un sentimento che fa dell’autenticità la sua essenza.
Il vuoto è enorme, ineffabile, difficilmente colmabile. Tristezza e rispetto dei cari s’accompagnano in chi, come noi, ricevuta la notizia, sente il dovere di offrire uno scritto positivo, in grado di rappresentare fedelmente l’esempio dato da Sara.
Brevità è una parola d’ordine: il messaggio è giusto che arrivi chiaro. Come amava lei, schietta, diretta, sincera, d’indole e nel modo di fare. Era una presidentessa nel senso letterale del termine: voce del verbo presiedere. Dove serviva, lei c’era. Appunto, presiedeva, dava una mano, si offriva all’occorrenza. Coi bimbi, le giovanili, la prima squadra. Riferimento per i suoi uomini, gentile quanto tosta, com’è giusto che sia nello sport, con gli avversari.
Ci lascia un personaggio pulito, che meritava d’esser conosciuto. Sara era cultrice del dilettantismo alla radice del significato profondo: godere di un amore per il calcio che, quotidianamente, chiedeva d’esser espresso. Non si scade nel banale nel vederla ora come un angelo: che cos’è un angelo se non un annunciatore, testimonianza di un messaggio che Sara ha tradotto con la sua vita?
Fai buon viaggio, presidentessa. Ci mancherai.