Sona e Oppeano, insieme per l’impresa. Il tecnico: “Vedrete, non lotteremo solo per la salvezza”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 7 Agosto 2015A testa alta. Fabrizio Sona non si smentisce. Sul petto può cucire la settima stella, la settima perla di una carriera che, sono i numeri a parlare, non ha praticamente eguali a Verona. Dopo San Martino, il nuovo punto d’attracco è Oppeano. Sona ha virato verso Sud, dall’oriente al meridione della provincia veronese. Si cerca l’impresa: la piazza lo sa. Sona pure, ma non abbassa la guardia. Il ricambio è stato totale: della vecchia rosa rimangono solo in due. Eppure Sona non prova timori reverenziali. E’ già al lavoro, i biancorossi hanno iniziato a sudare. Sul campo comincia ad intravedere mosse, alchimie, equilibri da dare alla squadra. Più psicologici che puramente tattici, come impone la sua indole schietta. Il nuovo corso oppeanese, Sona lo inaugura così.
“Lottiamo per l’impresa – sentenzia – ma io non ho paura. Ho fiducia in chi è arrivato, c’è da lavorare sodo ma la materia prima non manca. Vedrete, non saremo una meteora”.
Sona ne è convinto: Oppeano reggerà l’urto della rivoluzione. Potrà guardare ancora a muso duro Sua Eccellenza, come a dire che il biancorosso, a queste latitudini, va ancora di moda. Eccome se va di moda.
“E’ volata qualche chiacchiera di troppo sull’Oppeano – conclude – ma non è mio compito giudicare chi chiacchiera. So bene quali sono i patti e qual è il motivo per cui sono qui. Farò parlare il campo, come sempre. Obiettivo salvezza? Certo. E’ la priorità, ma io sposto l’asticella un po’ più in là. Non dovremo solo soffrire per non retrocedere, il mio Oppeano sarà un osso duro, per tutti. Lo garantisco. Chi mi conosce sa che non parlo a sproposito. Lo scorso anno dissi al primo giorno che il San Martino valeva i play-off: li abbiamo centrati, poi vinti. Oggi dico che l’Oppeano dovrà sudarsi la salvezza ma non sarà una pericolante. Sarà un piacere contraddire chi ci dà già per spacciati”.