PAROLA DI MISTER. Cherobin e la sua prole di Top22: “Tanti miei ragazzi sono ai vertici del dilettantismo come tecnici o direttori sportivi. Ve li racconto uno a uno”

PAROLA DI MISTER. Cherobin e la sua prole di Top22: “Tanti miei ragazzi sono ai vertici del dilettantismo come tecnici o direttori sportivi. Ve li racconto uno a uno”

by 28 Giugno 2022

L’almanacco in mano, il sorriso pacioso, guascone, di chi non si stufa mai d’arrovellarsi sulla passione d’una vita. Sandro Cherobin, storico selezionatore della Top22 dei dilettanti veronesi, fa la tara alla griglia degli allenatori.

Il suo occhio acuto non può che posarsi sui tanti suoi figliocci. “Tanti ragazzi che ho allenato nei club o portato nei Top sono diventati allenatori – il suo pensiero – accorgersene oggi è un piacere: vuol dire che tra i loro maestri ci sono anch’io. Non pretendo d’aver insegnato cos’è il calcio. Ma su come amarlo, lì, qualche paginetta la posso scrivere”.

C’è riconoscimento del valore tecnico e umano dei suoi ragazzi, più che lo stupore nel ritrovarli nel suo stesso ruolo. “Il calcio è di chi lo ama, i miei ragazzi erano innanzitutto degli appassionati veri – prosegue il tecnico – chi metto in cima alla lista? Tutti e nessuno. Se facessi il giornalista ai tecnici darei i voti dal sette in su, anche quando perdono: solo chi vive la panchina capisce la complessità di questo lavoro”.

Ecco, uno per uno, i tecnici passati, chi per anni, chi per una sola apparizione nei Top 22, tra le mani sagge di Cherobin.

“Paese a Montorio sta facendo benissimo. Lo allenavo a San Martino, in Eccellenza: era uno che in campo dava tutto. Per capirsi: a fine gara, ho l’impressione che Stefano non andasse troppo in giro, tant’era stanco. E’ sempre stato un grande lavoratore, sicuramente ha portato il suo spirito in panchina”.

Lunga la lista: si va da Ghirigato e Perinon, da Troccoli a Testi, passando per Lallo, scommessa del Valgatara.

“A Ghirigato quando davi palla avevi fatto il tuo, poi ci pensava lui – la carezza di ‘baffo d’argento’ – in mezzo al campo comandava lui: sapeva sempre cosa fare. Mi aspetto che le sue squadre siano toste com’era lui, ma soprattutto organizzate. Un compagnone invece Filippo Perinon: bomber vero in campo, ma bravissimo a non prendersi mai troppo sul serio. Era un estroso, l’ho portato nei Top più volte; mio figlio Michele lo ha allenato a Monteforte. Sicuramente non gli mancheranno le conoscenze per gestire lo spogliatoio. Doti che caratterizzeranno pure Troccoli e Testi: due bei cagnacci, in mediana, quando si passava da loro erano dolori. Pier era uomo di mestiere, leggeva prima l’azione. Emiliano, come dico sempre, un ‘gran bel sanco’: col sinistro faceva quel che voleva. Prevedo che alleni riportando se stesso: uomo e giocatore elegante, con grandissima capacità di adattamento”.

E non è finita qui. “Nella mia Top sono passati: Brutti in porta, Baltieri dietro, Bergamaschi in mezzo, Cucchetto e Bergamasco davanti. Oggi sono tutti ottimi direttori sportivi. E a rileggerla, direi che una spina dorsale così farebbe gola ancora a molte squadre nel calcio di oggi”