LINEA DIRETTA/ Il sei, mai troppo poco, ma mai abbastanza: è l’ultraterrena gioia della sufficienza

LINEA DIRETTA/ Il sei, mai troppo poco, ma mai abbastanza: è l’ultraterrena gioia della sufficienza

by 16 Gennaio 2013

Sei sono i mesi che ci separano dalla fine dei giochi, spareggi e ripescaggi compresi. Sei è un voto, un numero, un verbo. E’ un brivido che corre per l’Italia, per le scuole e per le strade, per le teste e nelle case degli italiani. Sei è un cuscino per chi cade dall’alto, un’àncora per chi ancòra si può salvare, uno spiraglio di luce e speranza per chi può solo risalire. E’ un obiettivo, una meta, un traguardo. Un punto di partenza o un punto d’arrivo. Il Sei è, per chiunque, l’allegoria che collega la prosa alla poesia, il grottesco al sublime, il buio alla luce. E’ il limes, il confine per eccellenza, al di sotto del quale non si può stare. E’ il trampolino di lancio per chi ancora ci crede, tra il dire e il fare, nel gusto di provare a volare. Rincorriamolo, nei mesi che ci separano da giugno, sesto mese dell’anno. A seconda delle ambizioni farà rima con salvezza, spareggi, promozioni. Sarà il luogo in cui sentirsi arrivati, una volta l’anno. Il Sei non è il voto minimo: è lo spazio che ci abbisogna, la culla dei desideri, la conditio sine qua non. Mai troppo poca, ma mai abbastanza: funziona così, l’ultraterrena gioia della sufficienza.