LA STORIA/Zanconato: “Quella volta al Delle Alpi…”

LA STORIA/Zanconato: “Quella volta al Delle Alpi…”

by 4 Ottobre 2012

 Un brivido che non si cancella: Torino-Vicenza, lo stadio “Delle Alpi” vestito a festa, gli spalti di fede granata che prorompono in un frastuono incessante. Marco Zanconato quel giorno toccò il cielo con un dito: prima convocazione in Serie B, dopo una gioventù trascorsa a volare tra i legni. Rievocare i passaggi di quell’annata gli strappa un sorriso genuino, sincero, e il tuffo nel mare della memoria è docile, colmo di fotogrammi incorniciati tra le pagine più belle della carriera: il biancorosso del suo Vicenza cucito addosso, l’occhio che non sa più dove guardare, il genuino stupore di esserci, per una volta nella vita.

 “ Fu un’esperienza incredibile. Quell’anno feci otto presenze in Serie B col Vicenza,  un periodo che difficilmente dimenticherò: ero nella Primavera da un anno, prima giocavo nel Garcia Moreno, la squadra del mio paese. Poi d’un tratto mi sono ritrovato lì, al “Delle Alpi” tra i professionisti dopo un’adolescenza intera tra i dilettanti”.

 Quali passaggi ricordi con piacere di quell’ esperienza?

 “ Prima di tutto l’ambiente, il mondo del professionismo è tutt’altra cosa dai dilettanti e dalle giovanili. Ricordo gli anni in cui mi allenava Biato, che ora è a Catania in Serie A, fu molto importante per la mia crescita personale. Poi tra le presenze dico la prima al “Delle Alpi”, e la partita contro l’Atalanta a Bergamo, altro stadio molto caldo”.

 Chi, tra i calciatori, ti colpì di più?

 “ Su tutti Stefan Schwoch, un vero professionista. Per i portieri dico Pagliuca, che incontrai e ebbi la fortuna di vederlo all’opera. Del Vicenza invece dico Sterchele, un personaggio particolare, fatto a modo suo, sempre sopra le righe”.

 L’allenatore?

 “ Biato su tutti, ma dico anche Munarini e il mio attuale preparatore alla Provese, Loris Carlotto, con cui mi trovo molto bene. La sua presenza è stata uno dei motivi per cui ho scelto di venire qui, non lo nascondo”.

 Dopo il trasferimento al Suzzara, un infortunio bloccò la tua ascesa.

  "Purtroppo sì, a Suzzara stavo molto bene, poi mi sono rotto il crociato e ho perso diversi mesi. Sono così rimasto nei dilettanti, tornando ad Arzignano, ma non ho grandi rimpianti ”

 Nei dilettanti, comunque, non sono mancate le soddisfazioni.

 “ Esatto, ho vinto due volte il campionato di Promozione, una con l’Arzignano e una col Valdagno, ma il momento più intenso fu la salvezza in Eccellenza con l’Arzignano: un successo di un gruppo autentico, raggiunto dopo la tragedia della morte di un nostro compagno ”.

 Concludiamo: molti ti indicano come uno dei migliori portieri della Promozione. Quali sono i tuoi progetti?

 “ Rimarrò nei dilettanti, credo che le categorie giuste per me ora siano queste, la Promozione e l’Eccellenza. Non ho pretese particolari, e quest’anno spero di lasciare un bel ricordo alla Provese “.

 Riccardo Perandini