Ferroli, guarda chi c’è: Stefano Lorenzi, l’ex stopper del Chievo della “favola”

Ferroli, guarda chi c’è: Stefano Lorenzi, l’ex stopper del Chievo della “favola”

by 30 Aprile 2013

Stefano Lorenzi al Ferroli. Un incontro che riporta in luce corsi e ricorsi storici, curiosità, passaggi vibranti del Chievo che fu, parallelismi nascosti. Perchè sull’asse Bergamo-Verona, Stefano Lorenzi ha costruito i migliori anni della sua carriera. Stagioni intense, vissute “quasi in trance”, come racconta lo stesso Stefano. Prima l’Atalanta, i colori di una fede, della propria città. Poi il Chievo, quello della favola del musso che vola, quello della Serie A toccata con le tinte gialloblù di un quartiere che toccava il paradiso. Erano gli esordi del terzo millennio, sembra una vita fa. Eppure il ricordo di quegli anni è toccante. E’ una miniera di attimi, di sensazioni, di silenzi loquaci, di pause interminabili miste a momenti di puro orgasmo calcistico. Chi era al “Bentegodi”, a quei tempi, si ricorda benissimo. La difesa alta, la palla che schizza veloce, i cursori di fascia che volano come angeli per le vie del campo, il Barone Rosso in panchina, Gigi Del Neri, l’artefice primo della favola. Tra i giocatori entrati nel mito clivense (e non solo), c’era anche lui, Stefano Lorenzi, roccioso stopper ora alla guida degli allievi dell’Atalanta.

Lo abbiamo incontrato al “Ferroli”, dove stasera giocherà la semifinale contro il quotatissimo Barcellona.

Mister, il Chievo della “favola” ti è rimasto dentro. Sembra una vita fa, qual è il primo ricordo, la prima sensazione che ti viene in mente?

“La sensazione chiara che quei due anni di Chievo furono i più belli della mia carriera. C’era un’atmosfera magica, a volte sembrava di toccare il cielo con un dito. Era bello tutto: i rapporti, le trasferte, i risultati che ci davano ragione, l’Italia che imparava a conoscerci, il mondo che scopriva il piccolo grande universo del Chievo. Un biennio fantastico, in ogni termine”.

Il momento più bello?

“L’arrivo in Coppa Uefa, chi avrebbe scommesso un euro su di noi? Eppure ce l’abbiamo fatta, addirittura al primo anno di Serie A. Poi dico la vittoria a San Siro con l’Inter, anche se non ho giocato, ma dalla panchina ero talmente concentrato che mi ricordo benissimo, è come se fossi stato in campo”.

Del Neri fu l’artefice del Chievo della “favola”, che ricordo porti di lui?

“Calcisticamente ricordo l’impatto difficilissimo che ho avuto con lui. Appena arrivato al Chievo non mi trovavo coi suoi metodi, completamente all’opposto di quelli cui ero stato abituato. Poi però il lavoro ha pagato, e i risultati si sono visti. Conservo un ottimo ricordo di Gigi Del Neri”.

L’esperienza più bella negli anni della favola?

“Le tournèe, il fatto che il mondo ci scoprisse per come giocavamo a calcio fu incredibile, non eravamo abituati. Siamo andati in Giappone, in Scozia, e in tanti altri posti dove volevano vedere all’opera il miracolo Chievo”.

Ora sei alla guida degli allievi dell’Atalanta. Cosa significa per te questa nuova veste da allenatore?

“Significa passione, ricerca di miglioramento, capacità di stimolare i ragazzi. I ragazzi di oggi non sono malati come dice qualcuno. Sono solo diversi, la società gli espone a un sacco di distrazioni. Sta a noi farli maturare, continuando a stimolarli. E’ difficile, ma è un’attività che mi piace un sacco, oltre che la filosofia dell’Atalanta”.

L’Atalanta, da una vita, è considerata il miglior settore giovanile d’Italia. Tu che l’hai vissuto, come spiegheresti questa etichetta?

“L’Atalanta ha in Favini un talent scout che, evidentemente, numeri alla mano, ci vede bene. Poi abbiamo grande cura dei ragazzi, li seguiamo nel loro percorso di crescita e dalla parte loro c’è un riscontro importante. Certo , i problemi non mancano, ma io sono soddisfatto”.

Sei bergamasco doc. Cos’è l’Atalanta per te?

“Calcisticamente, tutto, senza mezze misure. E’ la mia squadra del cuore, in cui ho avuto l’onore di giocare e di coronare il mio sogno di essere, almeno un giorno nella vita, un giocatore dell’Atalanta, la squadra che ho sempre tifato”.

Veniamo alla vostra partecipazione al Ferroli. Qual è la tua impressione sul torneo?

“Ottima, funziona tutto alla perfezione, cosa possiamo chiedere di più? Ci trattano benissimo, i trasporti sono puntualissimi e tutte le attività partono agli orari prestabiliti. E’ un torneo bellissimo, di grande livello, dove si respira l’aria del calcio vero. L’ho detto ai ragazzi quando arrivavamo col pullman: se ne sono accorti subito. Un pubblico così non l’hanno mai visto, quasi mi tornava l’adrenalina di quando giocavo e, mentre stavo per entrare negli stadi, vedevo le tribune piene”.

Concludiamo, mister. Stasera c’è il Barcellona, come lo affronterete?

“Come sempre, cercando di mettere in pratica il nostro gioco, con un atteggiamento adatto ad una sfida del genere. Poi raccoglieremo quel che verrà, l’importante è non sbagliare la prestazione, ma io ho fiducia in questi ragazzi”.