Clamoroso ad Arcole: Mirco Cengia resta alla Napoleonica

Clamoroso ad Arcole: Mirco Cengia resta alla Napoleonica

by 5 Luglio 2013

Mirco Cengia che smentisce l’addio al calcio è uno spettacolo che non finisce, una storia che si ripete e un piacere per chi, stupito ancora una volta, apprende la notizia. Troppi sono gli applausi, gli hurrà, le richieste di bis. L’immaginario sipario che dovrebbe calare sulla carriera di Mirco Cengia sembra non scendere mai. Come un primattore amato e venerato dal pubblico, Cengia torna sul palco e offre il bis. Troppo è l’amore, la curiosità, la voglia di vederlo correre, dribblare, segnare per i campi di Verona e provincia. Anche stavolta Mirco ha ceduto alle lusinghe: resterà alla Napoleonica.

Perchè la storia di Cengia sembra scritta da un favolista: la si potrebbe raccontare anche ai bimbi, come quelle di Andersen e dei fratelli Grimm, tant’è bella. L’addio annunciato e poi smentito viaggia a braccetto con le ultime vicende della carriera di Mirco. La storia è arcinota, ma stavolta ha del clamoroso. Il “sì” dell’intramontabile bomber alla Napoleonica è la classica bomba di mezza estate: l’ufficialità è fresca di pochi minuti.

Scherza il diesse Mancassola, nell’annunciare la lieta novella: “Quanto paghereste per una bomba di mercato? Scherzi a parte, abbiamo una notizia clamorosa: resta con noi bomber Cengia, abbiamo concluso ieri sera”.

Si riapre così, quasi dal nulla, un libro di una favola che, dopo l’ultima pagina, ne ha sempre una bianca, lasciata lì, senza neanche troppo pensarci, per vedere se anche stavolta, dopo anni, il caso gioca il classico scherzo: addio, saluti, strette di mano, complimenti, viaggi tra i ricordi. Poi passano i giorni, i mesi, e da quel silenzio che solo lui sa creare, Cengia ricompare, pronto a dar battaglia nell’area di rigore.

Inutile citare o sottolineare lo stupore, la soddisfazione, la gioia della Arcole pedatoria. Perchè se ogni sport ha i suoi eroi, i suoi personaggi di spicco, Cengia è uno di questi. Uno che al silenzio della parola fa corrispondere l’urlo dei goal, il docile, sordido, tonante saluto della palla che entra nel sacco. Uno che, con quel sorriso sincero e pacato che gli dipinge il volto, donandogli il candore, l’aura del primus inter pares, ha disegnato una scia dietro di sè che pochi, per non dire nessuno, riusciranno a seguire. Ad Arcole avranno la fortuna di vederlo giocare ancora.

Cengia, per un altro anno, proverà a stupire: passate da Arcole, la domenica pomeriggio, se vi piace il calcio. Non resterete delusi.