Campionati, l’analisi di Sandro Cherobin: “Sono spesso sui campi. Sorprese? Più di una…”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 15 Gennaio 2020Fedele a una passione radicata, vicino ai suoi ragazzi. A spasso per quei campi che per una vita sono stati seconda casa, luogo dell’anima e, non di meno, di vittorie. Sandro Cherobin non lesina un commento sui campionati. Una parola al Mister, da scriversi con la ‘M’ maiuscola, è bene sempre chiederla.
“Chiarisco una cosa: le mie sono impressioni, non valutazioni. Sono spesso sui campi, ma non posso avere un quadro chiaro su tutto. Do un’opinione, senza altre pretese. Lo sottolineo”.
Pacato nei toni come conviene a chi, pur nell’antro sereno della pensione post-carriera, non si permette di sparare sentenze.
“Non lo facevo quando allenavo ed ero in prima linea ogni settimana. Figuriamoci ora…”.
Partiamo, dunque. Mister, scelga lei da dove partire.
“Direi dalla Serie D perchè l’ho seguita spesso. Il Legnago è là davanti non per caso: ha giocatori forti in ogni reparto. E’ vero, hanno cambiato tanto. Ma la qualità fa sempre la differenza, inutile girarci intorno. Bene il Caldiero: ricordiamoci è una neopromossa. Il calo dopo l’avvio promettente poteva starci: giusto valutarlo e agire di conseguenza, vedi mercato. Ambrosiana da applausi: lode al lavoro di Chiecchi e alla società che ha avuto la forza di inaugurare un percorso, cosa non semplice nel calcio d’oggi. Difficoltoso il cammino di Vigasio e Villafranca, per quanto non siano due cattive squadre. Logico che a loro vanno i miei migliori auguri per centrare l’obiettivo salvezza”.
In Eccellenza, Sona davanti con grande autorevolezza. Se lo aspettava?
“Sono sincero, no. Ma proprio per questo i complimenti sono doppi. In primis per mister Brentegani, che stimo. Soprattutto per il suo modo di intendere il calcio: l’avevo incontrato quand’ero ancora in panca. Le sue erano squadre toste, quadrate. Non parla mai a vanvera, nè usa parole difficili. Lo sapete: a me non piace far teoria. Il calcio è ben altra cosa: lui lo sta dimostrando”.
Dietro, situazione quasi in linea con le aspettative di inizio anno.
“Il San Martino merita un applauso per come sta affrontando una situazione che tutti conosciamo. E qui mi fermo: non serve aggiungere altro. Gli addetti ai lavori capiranno: i complimenti ci stanno in relazione a meriti oggettivi. Valgatara in linea con la propria filosofia, anche se ha perso qualcosa. Bene il lavoro di Ferrari: ha dimostrato di avere idee traducibili e credibili. Garda idem: Corghi lo ricordo da giocatore, un gran bel giocatore, devo dire. Sa far giocare a pallone le sue squadre: l’anno scorso li ho visti alcune volte, ho notato una squadra che sa il fatto suo. Belfiorese un po’ in ritardo ma c’è tempo: serve un filotto per dare vigore ad un gruppo fortemente rinvigorito dal mercato. Il Team lotta, sa che è nel suo destino, ma non voglio parlare di caccia al miracolo: ha più di un giocatore di livello. Faccio un esempio: Mantovanelli, Raimo, Olivieri li porto sempre con me nei top. Scardoni da quando è arrivato ha impostato un bel lavoro, a loro va un sincero in bocca al lupo. La vittoria di domenica dev’esser l’inizio di una risalita.”
Promozione, dominano le neopromosse.
“Canovo fa calcio da una vita: Pescantina ha scelto un maestro. Hanno investito bene in Seconda e senza snaturare il gruppo hanno costruito uno spogliatoio capace di tenere viva la mentalità vincente. Spendo una parola anche per il Montorio: Paese era mio giocatore e sono felicissimo stia sfruttando l’opportunità di allenare in Promozione. Sono andato a vederli: squadra tosta, arcigna. Mi piace. Spero tengano vivo il confronto fino alla fine”.
Tanti, a ben vedere, i suoi ragazzi ancora in campo.
“Un piacere sublime. Brutti, Cucchetto, Damini… e mi fermo qui. Tanti ragazzi allenati nelle squadre di club o selezionati per anni nella mia Top sono ancora in campo. E’ il bello del calcio: lo si può chiamare per nome e cognome con le persone che lo rendono tale. Io al tempo spero di aver fatto la mia parte. Ma ora vedo che anche i miei ragazzi se la cavano bene. D’altronde, qualche buon maestro l’hanno avuto pure loro (ride)…”