Virtus Vecomp, il miracolo salvezza passa anche per i legni. Il numero uno Paleari: “E’ la costanza che fa la differenza”

Virtus Vecomp, il miracolo salvezza passa anche per i legni. Il numero uno Paleari: “E’ la costanza che fa la differenza”

by 6 Febbraio 2014

Febbraio ha aperto le porte, il girone di ritorno è già avviato da tempo e la Virtus di Gigi Fresco è ancora là, dove l’avevamo lasciata, nella metà sinistra della classifica. Se non è un miracolo, poco ci manca. Sì, perchè chi ha un minimo di memoria storica sa dov’era la Virtus agli inizi del millennio. Sa qual era la sua dimensione, la sua filosofia.

Sa che la Virtus è l’espressione di Borgo Venezia, un quartiere come Chievo, che è ancora in Serie A. Dopo i ‘mussi’ che volano, ipotizzare un’altra ascesa insperata era cosa alquanto difficile. Invece la Virtus ha stupito tutti. Di nuovo: dopo il balzo il D, pochi anni dopo, la creatura del Gigi è salita tra i ‘pro’. S’è messa il frac, è entrata al gran ballo e s’è detta: “Proviamo”.

Da perdere, c’era ben poco. Nessuno però si sarebbe sognato di vivere la prima assoluta nei professionisti come un giro in giostra. Certi sogni bisogna saperli cavalcare. Alla Virtus hanno dimostrato di riuscirci benissimo. Ad oggi il miracolo salvezza sembra più che mai alla portata: lo diciamo sottovoce, perchè un po’ di scaramanzia non guasta mai. Il mercato, da poco concluso, ha portato in rossoblù i ritocchi che servivano, Pompilio su tutti. Il ragazzo ha doti importanti: lo si nota da come si muove, da come tocca la palla, dalle giocate che sceglie. Sicuramente, Fresco non l’ha portato a Verona senza un motivo preciso.

Oltre a lui, però, c’è un gruppo che merita, almeno finora, la lode. Conti sta facendo faville, Lechtaler e Allegrini in mezzo lavorano come pochi, la retroguardia regge benissimo, nonostante la giovane età. E là dietro, tra i legni, forse, c’è il segreto della legittimità delle speranze virtussine. Il numero uno Paleari si sta dimostrando il migliore in assoluto. L’ex Milan è garanzia di serietà e sicurezza. Un baluardo certo, quasi insuperabile, che ad oggi ha dimostrato di valere i tanti attestati di stima ricevuti.

“Fa sicuramente piacere riceverli – commenta Paleari – tutto nasce dall’atteggiamento positivo e dal vivere da professionista. Mi alleno 6 giorni su 7 in campo e in alcuni giorni prestabiliti fuori dal campo: lezioni di stretching e crossfit sono un chiaro esempio di come io non riesca mai a fermarmi. Durante la settimana come tutta la squadra osservo video per capire i nostri errori e correggerli. Poi guardiamo le azioni salienti degli avversari e cerchiamo di cogliere i punti deboli. È questo che fa la differenza nel nostro sport: saper leggere una situazione anche un secondo prima può aiutarti ad evitare di subire un gol, come per un attaccante un secondo può significare arrivare col tempo giusto al tiro e segnare”.

Tra tutte, la Virtus è la più sorprendente. Nessuno a inizio campionato avrebbe scommesso un euro sulla salvezza degli uomini di Fresco.

“Ma a noi piace sorprendere e cercheremo di arrivare all’obiettivo gradino dopo gradino. Le avversarie non posso dire che non si siano attrezzate bene. Spal Santarcangelo, Bassano e Alessandria su tutte, ma anche Mantova Renate e Rimini hanno sfruttato il mercato per gli ultimi ritocchi e queste 12 partite rimanenti saranno per noi 12 finali, testa gambe e cuore per un sogno, lo giuro. Comunque la squadra insieme a Gigi Fresco è un mix amalgamato bene, i nuovi acquisti sono di valore e di esperienza e con l’aiuto di tutti bisogna lavorare per lo scopo che ben conosciamo”.

Cosa ti sorprende del mondo Virtus?

“La collaborazione massima tra tutti. Il nostro staff è una forza aggiunta. I medici e i fisioterapisti sono sempre presenti e disponibili, gli addetti sul campo come Maurizio, Giuliano, Olindo, Paolo, il prof. Coghi, Gigi Zatachetto sono molto preparati e come non citare Massimo Costa, Matteo Martini e Walter Zocchi. Queste tre persone sono le più vicine a noi portieri. Persone straordinarie che mettono la loro esperienza e la passione a nostra disposizione. Walter analizza gli avversari e mi da una grossa mano su come prepararmi ai vari attaccanti e i due mister ci spronano e ci chiedono di dare sempre il 100% perchè la partita è lo specchio dell’allenamento. Noi 4 portieri della prima squadra siamo molto uniti e c’è un rapporto sano. Solo così tutti miglioriamo e cresciamo, le scelte le fa il mister, non c’è motivo di avere ostilità tra di noi”.

Concludiamo, Alberto. La salvezza, oggi più che mai, sembra un sogno possibile. Tu invece, continuando così, sei destinato a ben altri palcoscenici. Meglio andare per gradi, però.

“Esatto, io penso alla salvezza, e basta. Non ho altri obiettivi al momento. Spero di piangere di gioia il 4 maggio verso le diciassette. Vorrebbe dire che il miracolo è stato compiuto”.