Virtus di nome e.. di fatto. Bragantini brinda alla salvezza: “Ha un sapore particolare. Vi spiego perchè”

Virtus di nome e.. di fatto. Bragantini brinda alla salvezza: “Ha un sapore particolare. Vi spiego perchè”

by 12 Maggio 2016

Il retrogusto piace eccome. E’ di quelli intensi, dolcissimi. Simone Bragantini si lascia trasportare: il sapore della salvezza ottenuta è più buono di quanto ci si potesse aspettare. E’ un altro piccolo capolavoro: va detto. C’è chi obietta ai virtussini: ormai, chi vi crede più.

Obiezione legittima. Ma la Virtus di oggi non è più quella di ieri. Se ne sono andati il capitano Veronesi, l’estroso Cadete, la bandiera Dal Corso, ma soprattutto bomber Vesentini. Con lui in campo, non era matematico si partisse da 1-0, ma quasi. Cinquanta goal sfiorati in due anni sono numeri, non chiacchiere.

Ecco perché la Virtus sbarbata, ancora più giovane, ha tutto il diritto di fregarsi le mani. Il mantenimento della Promozione, giovane così, era tutto fuorché scontato.

“Voglio sottolinearlo – spiega il tecnico Simone Bragantini – abbiamo fatto davvero un piccolo grande capolavoro. Vi spiego i motivi, così anche gli scettici si ricredono. In primis non siamo una prima squadra: la Virtus concentra le energie sulla D, ed è ovvio. Noi siamo una formazione satellite, che vive sul prodotto interno del vivaio. C’erano delle figure storiche nello spogliatoio che quest’anno hanno scelto altri lidi. Ci può stare, ma chi ci diceva che il ricambio avrebbe portato gli stessi frutti. Siamo stati la formazione più giovane di tutta la Promozione. Disputarla con un sacco di ragazzi alle prime armi non è facile: parliamo sempre di Promozione, ci vuol mestiere, in campo vanno signori giocatori. Per questo sono felicissimo”.

Felice ma non facilitone: Bragantini analizza tutto, evita buonismi di parte. La contentezza non la si può oscurare. Nemmeno i difetti, però.

“Siamo riusciti a vivere un campionato tranquillo – conclude – salvandoci anticipatamente. Purtroppo nel finale abbiamo avuto un calo, questo va detto. Ma il calo è nei risultati: solo due partite mi sono rimaste indigeste. In ventotto gare su trenta la Virtus ha fatto la prestazione e questo è un obiettivo di non poco conto, visti i presupposti di partenza. Dobbiamo esserne felici, ma al contempo dobbiamo rammaricarci di non aver raccolto quanto seminato: qualcosa in più ci stava eccome. Ma la base è buona, sono errori che ci serviranno da lezione. Se resto il prossimo anno? In linea di massima l’accordo con la società è quello di proseguire. Decideremo a breve il da farsi”.