Veronesi lascia la Virtus, a fine marzo volerà in Texas. Il regista: “Parto col sorriso. Virtus, corri fino alla fine”

Veronesi lascia la Virtus, a fine marzo volerà in Texas. Il regista: “Parto col sorriso. Virtus, corri fino alla fine”

by 5 Marzo 2014

Stefano Veronesi se ne va. Svestirà i panni del regista per tre mesi: per lui, è pronto un biglietto per il Texas. Negli States, a Dallas, il metronomo virtussino lavorerà per tre mesi nella filiale americana dell’azienda in cui opera ora, nell’ambito contabile, in Valpolicella. Un duro colpo, per la Virtus capolista. Un’opportunità da non lasciarsi sfuggire per Veronesi, laureato in Economia e in possesso di un master in revisione contabile. Lascerà la Virtus nel momento migliore. Il destino ha scelto così: dovesse esser festa, Veronesi non vi potrà partecipare. Il lavoro, però, viene prima. Rimpianti, di fatto, Stefano non può nemmeno averne. La sua, come quella dell’intera Virtus, è una stagiona straordinaria. Non c’è aggettivo migliore per definirla.

Veronesi, giocatore polivalente, camaleontico, in grado di ricoprire praticamente tutti i ruoli, quest’anno si è visto cucire addosso un vestito tutto nuovo. Quello del mediano nevrile, scaltro, brevilineo, dal passo cadenzato e la giocata facile. Lui, nella nuova veste di direttore d’orchestra, s’è calato alla perfezione. Il tecnico Cherobin ha creduto nella sua intuizione di spostarlo lungo la mediana, consegnandogli le chiavi della squadra, praticamente ad occhi chiusi. Veronesi non s’è fatto pregare: per lui, c’è un consenso unanime di approvazione. Domenica scorsa, l’ascesa ha toccato l’apoteosi: 3-1 alla capolista Caldiero, con annesso sorpasso in classifica. Forse, stavolta, la ciliegina era davvero più buona della torta.

“Domenica è stata una partita incredibile – racconta Veronesi – loro sono andati in vantaggio, sono una squadra fortissima ed esperta e in campo si vedeva. Nel secondo tempo però abbiamo corso il doppio, trovando il pareggio meritato. Nel finale, gli innesti dalla panca hanno fatto la differenza”.

Stefano, diciamoci la verità: che campionato incredibile, il vostro.

“Chi non conosce il mondo Virtus non può capire. Io ad inizio anno non avrei scommesso un euro. Anzi, dirò di più: alla presentazione avevo detto ad Eliseo Dal Corso che speravo che tutti questi giovani che avrebbero composto la rosa abbiano almeno voglia di correre. Non ero per nulla fiducioso, invece…”.

L’ascesa virtussina è coincisa con la tua esplosione nell’insolito ruolo di regista. L’origine della metamorfosi?

“Nel volere di mister Cherobin. Mi ha chiesto di giocare lì, mi sono messo a disposizione ed è andata bene. E’ un ruolo che mi piace, mi sto togliendo un sacco di soddisfazioni”.

L’arma in più della Virtus?

“La bontà dei giovani che ha stupito anche me. Tutti, titolari e non, danno il massimo e quando facciamo i cambi non si vede la differenza. Anzi, a volte proprio i cambi ci danno quella marcia in più”.

Concludiamo, Stefano. Parti nel periodo migliore della Virtus. Si può dire che lasci la capolista col sorriso.

“Proprio così, giocherò altre due gare poi partirò. Dispiace non lottare assieme ai miei compagni per il rush finale, ma confido in loro. Spero mi facciano gioire anche dall’altra parte del mondo. Coraggio, ragazzi!”