Urbani, casa dolce casa

Urbani, casa dolce casa

by 21 Giugno 2010

Il legame è forte, molto forte. E la testa e il cuore lo hanno riportato là. In Busa dove ogni ricordo lo riporta a vivere momenti importanti del suo passato.
Torna a casa Umberto Urbani, di nuovo a San Zeno dopo i tre anni di Alpo. Una parentesi intensa che però non ha mai spezzato il legame forte col vecchio amore.

Urbani nel San Zeno è cresciuto, iniziando a giocarci quando aveva 8 anni e chiudendo a 25 per abbracciare esclusivamente l’irrefrenabile richiamo della panchina, cominciato già a 18 anni, ma condiviso con la voglia di continuare a vestire quella mitica maglia granata allora così preziosa.
Sempre fedele agli stessi colori, a parte le isolate annate di Castelnuovo e di Fumane, al termine delle quali Urbani è puntualmente rientrato alla base. È successo lo stesso stavolta: la chiusura del rapporto con il Lepanto Alpo ha consigliato ad Urbani di lasciar perdere per adesso i pensieri propri di un allenatore e accettare i normali grattacapi che di solito accompagnano l’opera di un direttore sportivo.
Urbani al San Zeno si occuperà di mercato per la Prima categoria e la Juniores d’élite, entrambe affidate ancora ai vecchi tecnici Marzio Menegotti e Mauro Sommaggio.

Una veste completamente nuova per chi a San Zeno ha allenato tutte le fasce giovanili e la prima squadra, salendo fino alla Promozione, passando dall’abbinata campionato-Coppa Veneto di Seconda categoria del 2001.
«Ci serviva una figura appassionata e innamorata della società come Urbani», sottolinea Gianfranco Casale, presidente di un San Zeno che la prossima stagione vorrebbe tanto raccogliere con Menegotti più dei 40 punti e del settimo posto di quest’anno.

Diverso il quadro della Juniores, salva dopo il doppio spareggio col Monselice, ma costretta a cambiare pelle perché molti degli elementi della rosa diventeranno ovviamente dei fuoriquota. Proprio per questo il San Zeno ha rivolto un invito concreto «a presentarsi in sede a tutti i ragazzi del ’92, ’93 e ’94 non vincolati».

L’assenza di settore giovanile priva infatti la società di un normale ricambio per la Juniores, visto il vuoto che c’è alle sue spalle.
Un pensiero in più per Urbani, che solo a maggio dell’anno prossimo scoprirà se era meglio continuare ad allenare o sedersi dietro a una scrivania.