Tenderini, una promessa tra i pali della Sambo. Il portiere: “Un’opportunità da sfruttare al meglio”

Tenderini, una promessa tra i pali della Sambo. Il portiere: “Un’opportunità da sfruttare al meglio”

by 11 Ottobre 2013

Diciannove anni, un fisico da granatiere, l’animo limpido, pacato, senza fronzoli, la voglia di garantirsi un futuro da protagonista col suo Sudtirol, la squadra in cui è cresciuto calcisticamente, e che gli ha regalato, lo scorso anno, l’emozione dell’esordio nel campionato di Lega Pro, Prima Divisione.

E’ la storia di Luca Tenderini, portierone classe 1994 da quest’anno alla Sambonifacese. Bilingue naturale, originario di Merano, Tenderini è alla prima esperienza in categoria al di fuori del Trentino. Iscritto al quinto anno dell’Itis “G.Marconi” di Verona, il numero uno della Sambo, già dopo sei giornate, ha riscosso unanimi consensi da parte degli addetti ai lavori.

Guardiano sicuro, moderno, bravo tra i pali come nelle uscite alte. Una certezza, per i compagni e per l’allenatore Oscar Magoni.

“Devo però migliorare sulle conclusioni – ammette Tenderini – il mister Magoni continua a ripetermelo. Ha ragione a bastonarmi, è un martello, ma lo fa per farmi crescere. Questa per me è una opportunità da sfruttare, darò tutto”.

Perchè hai scelto la Sambonifacese?

“Perchè ha un bel progetto e punta molto sui giovani. Volevo mettermi in discussione in categoria e ho pensato che questa fosse l’opportunità giusta per me”.

Come ti stai trovando nell’ambiente rossoblù?

“Molto bene, si è creato un gruppo unito, tutti ci aiutiamo e diamo il massimo sia in allenamento che nelle partite. C’è lo spirito giusto, è un’occasione di crescita per molti essere qui, nessuno vuole lasciarsela sfuggire”.

Che rapporto hai con l’allenatore Magoni e con il preparatore Gerotti?

“Molto buono con entrambi. Il mister è una persona schietta, non la manda a dire. Spesso mi bastona, come dicevo, ma lo fa per il mio bene. Col preparatore mi trovo benissimo, è uno molto preparato ed anche molto elastico, lavora tanto sulle esigenze dei portieri”.

Come valuti il dualismo con il tuo secondo?

“Ci alleniamo insieme e siamo amici, nessun problema. Le scelte spettano all’allenatore, noi dobbiamo allenarci e giocare se chiamati in causa”.

Qual è il compagno che ti ha sorpreso?

“Lo Iacono, perchè che giochi titolare o subentri nella ripresa, dà sempre tutto. E’ un esempio da seguire per professionalità”.

Torniamo indietro nel tempo. Qual è il ricordo più bello che conservi delle giovanili al Sudtirol?

“La prima volta che sono stato chiamato in prima squadra ad allenarmi, quattro anni fa. E poi soprattutto l’esordio in Prima Divisione lo scorso anno a Trapani”.

L’allenatore che ti ha dato di più?

“Mio padre, il preparatore dei portieri era lui. Per me era un bene e anche un male: mi torchiava, dovevo sempre fare qualcosa in più rispetto agli altri. Però era uno stimolo incredibile, tendevo sempre a dare qualcosa in più. Forse per questo motivo, negli anni, sono riuscito a migliorare”.

Riprendiamo il filo interrotto con il presente. Quale può essere l’obiettivo di questa Sambonifacese?

“Giocarsela alla pari con tutti per provare ad agganciare il treno giusto per salire di categoria. Le qualità ci sono”.

Concludiamo, Luca. Il tuo obiettivo personale?

“Tornare ad essere protagonista al Sudtirol. Quest’anno sono in prestito, devo sfruttare al meglio questa opportunità. Spero di meritarmi una chiamata di ritorno in Trentino”.