Team, semaforo verde: Soave promuove il lavoro dei suoi

Team, semaforo verde: Soave promuove il lavoro dei suoi

by 28 Febbraio 2013

Ha un sapore dolce, la consapevolezza di poter reggersi sulle proprie forze. Autogestione, autarchia, autonomia: i modi per definirla sono tanti, così come le sfumature dei signicati di ogni parola. Dei tre vocaboli elencati, Christian Soave, tecnico del Team S.Lucia Golosine, conosce ogni risvolto. Perchè il Team si costruisce da solo, in casa propria. Perchè è artefice delle proprie fortune, come dovrebbe essere chiunque, di questi tempi. La squadra si regge su un’ossatura consolidata, sulla quale poggiano, ben saldi, i tanti giovani cresciuti nel vivaio, chiamati a rimpolpare i ranghi della prima squadra. Il Team è il simbolo dell’indipendenza prestata al calcio, che fa rima con soddisfazione, costi ridotti … Eccellenza(e non è solo il nome del campionato). C’è sincera approvazione del lavoro svolto, nelle parole del tecnico Soave, chiamato ad un’analisi generale del campionato sin qui disputato:

“Sono molto soddisfatto, direi che il nostro è un bilancio positivissimo. Sapevamo che sarebbe stato difficile ripetere quanto fatto lo scorso anno, ma qui nessuno s’era montato la testa. Stiamo disputando un campionato all’altezza delle aspettative, e io non posso che esserne contento”.

Cosa la soddisfa maggiormente dei suoi?
“L’approccio alle partite e l’aggressività che ci mettono. E’ la mia filosofia: nel calcio d’oggi conta tutto, dalla tecnica alla condizione atletica, ma per me l’aggressività è l’aspetto di maggiore importanza. I ragazzi seguono il mio credo, e sto notando ottimi risultati”.

Lei ha a disposizione una rosa molto giovane, chiaramente puntellata con gli elementi d’esperienza che non possono mancare. Da tre anni coglie risultati notevoli: come imposta il lavoro settimanale?
“Punto tutto sull’organizzazione e sull’intensità. Metodi nuovi, allenamenti ridotti da due ore a un’ora e venti, ma alla massima intensità. E’ una politica che sta pagando, e penso di riproporla ancora”.

Come giudica il campionato dei suoi giovani?
“Molto buono, stanno facendo esperienza e il loro contributo è importante. Inoltre, va detto, hanno il piacere e la fortuna di giocare con dei “vecchietti” di assoluto spessore, bravissimi nel farli sentire a loro agio. L’Eccellenza è una categoria durissima, ci vuole una certa tenuta anche psicologica da parte dei giovani. Qui reggono tutti il passo, e il merito, oltre che loro, è di chi li fa maturare, come i loro compagni più esperti”.

Un nome in prospettiva?
“Arduini, che si sta ripetendo su ottimi livelli. Poi Cissè, un 1995 con grandi potenzialità”.

Tra gli esperti, chi mette sul piedistallo?
“Lonzar, un centrocampista come lui farebbe gola a chiunque, siamo fortunati ad averlo qui. Poi dico Masoli, Yarboye e naturalmente Lorenzo Meda”.

Margini di miglioramento: dove può ancora fare un passo in più il Team? Qual è il difetto da limare?
“L’inesperienza, è ovvio. Ma è un difetto fisiologico, conforme alla politica societaria”.

Concludiamo, mister. Cosa servirà al Team per mantenersi in acque tranquille fino al termine della stagione?
“Avere la rosa al completo. Quando ci siamo tutti abbiamo dimostrato di essere duri a morire, batterci è difficilissimo per chiunque. Quest’anno non ho mai potuto schierare la coppia di centrali Cereda-Pangrazio, per dire, quando gli anni scorsi erano i pilastri della miglior difesa del veneto. Speriamo di recuperarli tutti, sarà fondamentale per non avere flessioni e per toglierci delle soddisfazioni fino alla fine”.