SUL PIEDISTALLO/ Caldiero, brilla la stella di Francesco Paiusco

SUL PIEDISTALLO/ Caldiero, brilla la stella di Francesco Paiusco

by 24 Dicembre 2012

Il volo di Francesco Paiusco: dalla Terza Categoria all’Eccellenza, sempre in dribbling, anche contro un infortunio al crociato che sembrava tarpargli le ali.

Un fiore che sboccia, una gemma che spunta, un bagliore che illumina il cielo. Più forte del buio dello scetticismo, più concreto di una semplice promessa. All’ombra della dea Giunone, brilla una nuova stella: è quella di Francesco Paiusco, giovane trequartista tornato a vivere di luce propria dopo i patimenti di un grave infortunio al legamento crociato. Passista dal piede dolce, cresciuto nelle giovanili dell’Ares Calcio, in Borgo Santa Croce, Paiusco sta vivendo il suo momento di grazia con la personalità di un veterano, sospinto dai valori di quel borgo operaio di cui è originario. Sempre al posto giusto, diligenza tattica, testa alta, un tocco di palla pulito, senza troppi fronzoli: Paiusco piace, convince, regala conferme. Anche in Eccellenza, là dove nessuno credeva che un giovane pescato nella fanghiglia della Terza Categoria avrebbe potuto emergere in modo così autorevole. E’ lo stesso Francesco, ad analizzare il suo momento positivo, corroborato dal successo per 1-0 contro l’Adriese nell’ultima gara dell’anno solare:

“Qui a Caldiero sto molto bene, e quest’anno per fortuna sono riuscito innanzitutto a riprendermi dall’infortunio, non è stato facile. Poi mi sono inserito gradualmente, ho ritrovato fiducia e pian piano ho preso il ritmo della categoria. Dalla Terza è un altro mondo, ma lo sapevo e ho cercato di adeguarmi”.

Un salto di cinque categorie: com’è stato l’impatto con un torneo come l’Eccellenza?

“Duro, come non poteva essere altrimenti. C’è un’intensità di gioco incredibile, tatticamente si lavora molto e anche la preparazione della partita è differente, molto più accurata. Però con impegno sto cercando di ritagliarmi il mio spazio, i compagni mi aiutano molto e per me è un piacere giocare con loro”.

A chi ti riferisci?

“Visto che giocano nel mio ruolo, dico Ghirigato e Cipriani, anche se è andato via da poco. Mi hanno dato tantissimi consigli e stare al loro fianco senz’altro aiuta. Poi, se devo dire un esempio dello spogliatoio, dico Colombari: per impegno e intensità è il migliore di tutti”.

Con l’Ares in che rapporti sei rimasto?

“Ottimi, l’Ares è casa mia. Là ho i miei amici, le mie origini, il campo dove sono cresciuto. Difficilmente in futuro troverò un ambiente come quello, perchè, al di là di quanto bene mi possa trovare in giro, l’Ares sarà sempre la squadra in cui sono cresciuto”.

Sei una tra le note più liete dei giovani del Caldiero: che prospettive hai per il futuro?

“Innanzitutto spero di continuare a far bene qui e di meritare la fiducia nel mister. Alla società sono grato per avermi dato la possibilità di provare a mettermi in discussione quest’anno anche dopo l’infortunio, perciò rimanere mi piacerebbe, ma sono discorsi che faremo più avanti. Prenderò un po’ quel che viene, non ho grilli per la testa: per il momento l’importante è il Caldiero”.

Concludiamo, Francesco. Con la vittoria sull’Adriese vi siete risollevati da un periodo negativo: quale sarà l’obiettivo del Caldiero? Ancora possibile sorpresa, o solo salvezza?

“Io credo che ora come ora per noi sia opportuno concentrarsi sulla salvezza da raggiungere al più presto, è il più ragionevole degli obiettivi. Arriviamoci, poi se ci sarà la possibilità di puntare a qualcos’altro vedremo, ora è fondamentale fare il più punti possibili per allontanare la zona play-out, e ne siamo tutti consapevoli”.

 

Riccardo Perandini