Stefan Gonta, il bomber che… conta

Stefan Gonta, il bomber che… conta

by 10 Maggio 2013

Stefan Gonta è il volto della semplicità. A metà tra la modestia e un fare schivo, tra l’innocenza e i modi educati, cordiali, gentili. Chiamato a viaggiare nel ricordo di una vita che fu, lui non si scompone, pesca nella memoria, riporta in luce pezzi della sua storia. Nato a Chisinau, in Moldavia, nel 1990, Gonta è in Italia da undici anni. San Bonifacio è stato il suo punto d’approdo e d’attracco, il paese dove vive da quando è sbarcato tra i sentieri dello stivale. Come un cosmopolita, Stefan accetta quello che la vita gli ha presentato sul piatto: che sia la natìa Moldavia o l’Italia non conta. Lui parte e va, si insedia, s’adatta, vive all’insegna della tranquillità e delle sue passioni. Il calcio su tutte: Gonta infatti, è un bomber conosciuto, nell’est veronese. Di lui si ricordano a Monteforte, a Roncà, a San Bonifacio. Da sempre ha dimostrato un grande feeling col goal. In campo gioca con atteggiamento sornione, scompare e ricompare, sprinta e rallenta, per poi tirare da ogni posizione. Quest’anno ha fatto le fortune della Napoleonica, squadra con cui ha vinto il campionato di Terza Categoria, e con cui si appresta a giocare le finali provinciali. Nei suoi occhi, la gioia per la vittoria riluce ancora:

“Quest’anno mi sono tolto un’altra grande soddisfazione, è il secondo campionato che vinco. E’ un’emozione fortissima, bella da condividere coi propri compagni”.

Un primato meritato?

“Assolutamente sì, siamo stati praticamente sempre in testa. Adesso però ci sono le finali, non vogliamo fermarci”.

Stefan, lasciamo perdere il presente. Torniamo indietro nel tempo: sei in Moldavia, ti guardi attorno e vedi?

“Vedo Chisinau, la capitale, dove sono nato. Vedo la mia casa e il quartiere dove abitavo, i miei amici, le compagnie che ora purtroppo ho perso. Della Moldavia ho un bel ricordo, ma anche in Italia sto bene”.

Qual è il ricordo più bello che porti del tuo paese d’origine?

“Le amicizie e tutti i momenti passati in compagnia. Giocavamo per ore e ore: quegli anni li ricordo benissimo”.

Dove hai iniziato a giocare a calcio?

“Per le strade di Chisinau, giocavamo con qualsiasi cosa capitasse, l’importante era divertirsi”

Giocavi in qualche squadra?

“No, solo per strada, in una squadra ho iniziato a giocare qui in Italia, nel Real Monteforte”.

Parliamo del tuo arrivo in Italia: com’è stato l’impatto?

“Positivo, sinceramente non ho mai avuto nessun problema. Le persone che ho conosciuto mi hanno sempre trattato bene, e sono contento di vivere qui da voi”.

Veniamo alla tua carriera calcistica: hai giocato nel Real Monteforte, nella Sambonifacese, nel Roncà, nell’Hellas Monteforte e nella Napoleonica. Quale, tra le annate vissute, ricordi con più piacere?

“Tutte, sono stato bene ovunque. Però se dovessi scegliere, dico quest’anno, l’annata agli Juniores Nazionali della Sambonifacese e la vittoria del campionato di Terza Categoria con l’Hellas Monteforte”.

L’allenatore che ti ha dato di più?

“Bresciani, lo porto nel cuore”.

Il compagno con cui hai legato?

“Savino Caccavo, con cui ho avuto sempre un buonissimo rapporto”.

Concludiamo, Stefan. Quali sono le tue prospettive future, rimarrai alla Napoleonica?

“Sinceramente non lo so, valuterò in estate. Prima voglio concentrarmi sulle finali, giocarle è sempre una bella soddisfazione. Al resto penserò più avanti”.