SPANNA SOPRA/ Fortunato mette la freccia: “La salvezza è prioritaria, ma…”

SPANNA SOPRA/ Fortunato mette la freccia: “La salvezza è prioritaria, ma…”

by 10 Febbraio 2013

Il verbo del bomber. Illuminato, concreto, chiarificatore: Luca Fortunato sale in cattedra, tracciando la retta via per la sua Provese. La risalita dell’undici di Carnovelli, ora ha un nome ed un cognome. Nove sono i centri messi a segno dal mancino ex Montecchio Maggiore: un bottino cospicuo, promettente, decisivo per il ritorno in quota dei rossoneri. L’esplosione di Fortunato, dall’arrivo di Carnovelli, va di pari passo con la crescita di un gruppo che ha ormai metabolizzato il salto di categoria, adagiandosi nel limbo del centro classifica, a metà tra la gloria e la dannazione. Sulla retta parallela seguita da Fortunato, ha rivisto la luce anche il temibile reparto offensivo dei rossoneri: Cinquetti ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori, Pizzato ha già graffiato più volte, Guerra s’è dimostrato un giovane di belle speranze. Con loro la Provese è tornata a correre, ed ora anche l’obiettivo può anche non assumere più il magro contorno della salvezza tranquilla:

“Dobbiamo continuare su questa strada – sostiene Fortunato – abbiamo trovato un’identità precisa, e l’aver colto risultati positivi ci ha aiutati ad avere più convinzione nei nostri mezzi. Giochiamo con più tranquillità, e questo ci ha permesso di esprimere un bel calcio che ha dato i suoi frutti”.

Provese, la svolta è arrivata. Cosa vi ha permesso di risalire?

“Premetto che Brendolan ha pagato colpe non sue. Anche con lui giocavamo bene, le prestazioni erano sempre buone. Purtroppo tanti episodi ci hanno penalizzato, e come spesso accade, ha pagato l’allenatore. Carnovelli ha il merito di aver portato entusiasmo e nuove idee, si è inserito alla perfezione e alla domenica mettiamo in pratica quanto proviamo in settimana. Il risultato si è visto, c’è stato un netto salto di qualità”.

Qual è il punto di forza di questa Provese?

“Sicuramente il gruppo, e non è la classica frase fatta. Qui siamo rimasti quasi tutti anche dopo il periodo negativo, c’è uno spogliatoio fatto prima di tutto da grandi persone e poi da buoni giocatori. La bontà della rosa si vede in settimana: tutti si applicano, tutti cercano di migliorare, anche chi, per un motivo o per l’altro, trova meno spazio rispetto ad altri. Questo è stato fondamentale per ripartire dopo le prime delusioni”.

La pecca invece?

“La concentrazione. A volte non siamo sul pezzo per tutti i 90’, e un atteggiamento simile ci è costato caro sia con il Benaco, che domenica con l’Ambrosiana, dove abbiamo perso al terzo minuto di recupero”.

Uno sguardo ai compagni. Chi risalta nello spogliatoio rossonero?

“Due su tutti: Benedetti e Cinquetti. Per qualità tecniche ed umane sono una spanna sopra ognuno di noi”.

Il giovane di prospettiva?

“Qui ci sono dei buoni giovani, come Zamichele, Guerra e Velli. Però se devo dire un nome su tutti, dico De Mori, ha tutto per diventare un buonissimo giocatore”.

Riflettiamo: la ripartenza della Provese è coincisa con l’esplosione del reparto offensivo, di cui tu sei la punta di diamante. Considerazioni in merito?

“In questo momento ho avuto la fortuna di realizzare le occasioni che mi sono capitate durante le partite, ma condivido le reti coi miei compagni. Inoltre, tutto è favorito dalla qualità del nostro reparto d’attacco: Cinquetti, Pizzato e Guerra sono ottimi giocatori, tutta gente che sa fare goal. Dovevamo trovare la scossa giusta, ma ora ci siamo sbloccati tutti alla grande”.

Uno sguardo al campionato: Ambrosiana favorita?

“Assolutamente sì, hanno la squadra più forte della categoria”.

Abbozziamo un toto-playoff.

“Lugagnano, San Martino, Benaco e.. spero la Provese”.

La classifica lo permette. Concludiamo, Luca. Su chi farà la propria corsa la Provese?

“Prima di tutto su noi stessi, dobbiamo mantenere a distanza la zona play-out e questo sarebbe già un buon risultato. La classifica però, è talmente corta che può succedere di tutto. Io un pensiero ai play-off lo faccio, ma andiamo per gradi, qui nessuno vuol fare il passo più lungo della gamba”.

Riccardo Perandini