Sona, è già cambio: la panchina va ad Anselmi

Sona, è già cambio: la panchina va ad Anselmi

by 14 Settembre 2011

 Antonio Malizia non è più l’allenatore dei rossoblu. Divergenze di vedute e difficoltà nel portare avanti programmi e linee comuni, spiegano i vertici della società. «Non ci siamo trovati d’accordo su alcune linee societarie, non eravamo in sintonia come idee e allora è stato meglio dividerci prima di rischiare di litigare – commenta il presidente del Sona Carlo Ogheri – forse dovevamo capirlo prima di iniziare ma è andata così e con Antonio, che è anche un amico, abbiamo deciso di interrompere il nostro rapporto». Poco centra la sconfitta nella prima giornata di campionato per 3 a 2 contro il Bussolengo. «Raramente avevo visto la nostra squadra giocare così bene come nel primo tempo di domenica, il risultato non centra con questa decisione. Allenare a Sona non è facile, abbiamo tanti giovani e noi vogliamo puntare su quelli, capisco che per un mister non sia semplice accettare questa nostra linea». Proverà a seguirla Andrea Anselmi, per anni tecnico delle giovanili rossoblu e con esperienza anche nel vivaio del Chievo, che era fermo in questa stagione. Avrà di fianco ad aiutarlo Andrea Zoccatelli, l’anno scorso alla guida della juniores del Sona Mazza, per un tandem che i dirigenti sperano possa portare a buoni risultati la banda dei giovanotti rossoblu. «Abbiamo avuto una discussione nel post partita ma non era inerente alla gara – conferma l’ormai ex tecnico Antonio Malizia – non ci siamo trovati su alcune linee, io ho preso posizione e la società non avendola accettata ha deciso di sollevarmi dall’incarico, pur tra le difficoltà io non avrei mai lasciato la squadra». Soprattutto quella squadra che gli era piaciuta fin dall’inizio. «Mi spiace lasciare un gruppo di ragazzi meravigliosi di cui mi ero praticamente innamorato a prima vista, c’era da lavorare ma l’avrei fatto volentieri. A quei ragazzi faccio un in bocca al lupo e gli dico di non farsi mettere mai all’angolo ma di cercare sempre il centro del ring, come gli dicevo sempre in spogliatoio».