Socialità sferica: quando un pallone cancella le differenze

Socialità sferica: quando un pallone cancella le differenze

by 24 Giugno 2013

C’è una forma di egualitarismo che vive sugli schizzi e sui rimbalzi di un pallone. Attorno a una forma sferica, costruisce eroi e antieroi, spettatori e tifosi, amori e odi, amici e nemici. Durante il suo decorso, mette sullo stesso piano imprenditori e operai, capi servizio e impiegati, dottori e pazienti, professori e studenti. Inscena scontri epici, concede rivincite e riscosse, regala simpatici siparietti, suscita simpatie, prepara il terreno per le relazioni.

Seguendo le traiettorie di un curioso oggetto sferico che vola nell’aria, spesso, i tanti strati di cui è composta la società scompaiono. Perchè il pallone è il più antico dei cellulari, il più primitivo (e il più sincero) dei social network. Mette tutti sullo stesso piano e obbliga alla comunicazione. Durante un allenamento, una partita, durante anche un semplice ritrovo giocoso tra amici, riunisce i partecipanti, crea una comunità, permette la condivisione di emozioni e giocate, di urla e risate.

Perchè il risvolto ludico che ha, ancora oggi, il semplicissimo gesto di colpire una palla e vedere, per una, dieci, cento, mille volte, l’effetto che fa, è il segreto di tanta partecipazione, di tanta letteratura concessa agli sport-con-palla. Provarlo è la più consolante delle abitudini: non ci si stanca mai, anche perchè i rimbalzi, gli schizzi, le traiettorie, non sono mai uguali. L’estate è il periodo aureo, si gioca ovunque: per strada, nei campi, negli oratori, nei tornei estivi, vere corride del terzo millennio. E ovunque, benedetta sia la grammatica, fa rima con chiunque. Chiunque può, anzi deve giocare. Deve coltivare il diritto di divertirsi e di socializzare colpendo, più o meno tecnicamente, più o meno accidentalmente, quella sfera che gli viene vicino, che sembra un invito a mettersi in gioco.

A volte, quando lambisce le menti più illuminate, diventa metafora di volontariato, di melting pot tra popoli diversi: accade anche a Verona, non serve nemmeno dire dove. Aiuta addirittura al reintegro in società dei carcerati. Perchè il linguaggio del pallone lo capiscono tutti: europei e asiatici, africani e americani. Se la torre di Babele, immaginariamente, è ancora in piedi, verrà buttata giù a pallonate, ne siamo sicuri.

Non c’è forma di comunicazione migliore di questa socialità sferica: sia essa nel calcio, nella pallavolo, nel basket, nella pallanuoto o nella pallamano, o qualunque sia lo sport-con-palla, abbraccia tutti e non conosce limiti. Avete due mesi di tempo per sperimentarla, per apprezzarla, per coltivarla a modo vostro: scopritela quando e dove volete, non vi deluderà. Non capiterà molto spesso allo studente di schiacciare sul volto del professore: dateci dentro, finchè siete in tempo. Capirete quant’è sublime, la socializzazione attraverso un pallone.