Sette giorni al giro di boa. Tra botti di mercato, decisioni a sorpresa e il richiamo dell’atmosfera vacanziera

Sette giorni al giro di boa. Tra botti di mercato, decisioni a sorpresa e il richiamo dell’atmosfera vacanziera

by 9 Dicembre 2013

Un turno al giro di boa. Manca l’ultimo sforzo, poi sarà vacanza. Meritata vacanza, per tutti. Perdenti e vincenti, sorprese e delusioni. Chiunque avrà diritto al riposo. Una sola settimana ci separa dal dolce far niente. Ma se il richiamo dell’atmosfera vacanziera è forte, lo è altrettanto l’attivismo di tanti addetti ai lavori in questi giorni dicembrini di calciomercato.

Come ogni anno, l’avrete notato, non sono mancate le sorprese. Botti di mercato, litigi, promesse non mantenute, aspettative non soddisfatte, incomprensioni, voglia (o necessità) di cambiare. E non è ancora finita: manca ancora più di una settimana alla chiusura della liste. Qualche fuoco d’artificio partirà, ne siamo sicuri.

Perchè il mercato, l’abbiamo scritto in tanti editoriali, è l’equivalente della prima cena coi genitori dopo la consegna delle pagelle. Se tutto va bene, nulla cambia. Se qualcosa va storto invece, urgono correzioni. Non sempre però, funziona così. Cambiare in corso per migliorare è utile e anche fisiologico. Ma ogni anno, guarda caso, non tutto il mercato è condensato nella ricerca di una via migliore.

C’è chi parte perchè costretto, chi dopo un litigio, chi per patti non rispettati, chi per assurde decisioni altrui. Perchè se il calcio è una metafora della vita, non è tutto oro quello che luccica. Da una parte c’è la commedia e dall’altra la tragedia. E il passo, tra l’una e l’altra, è breve. Per carità, sempre di calcio parliamo. Il buonsenso però, va oltre ogni confine.

Di questi tempi non se ne vede molto in giro. Basta guardare a certi movimenti: a rigor di logica sono incomprensibili. Eppure si sono verificati. Un motivo, purtroppo, c’è. Sta nelle pieghe di un calcio che non sa cambiare, nelle pretese eccessive di chi sta seduto in poltrona e nelle manie di protagonismo di chi sta in panchina, passando per le dieci, cento, mille paturnie di chi va in campo dicendo di coltivare una passione, ma dimostrando, in realtà, che le motivazioni sono ben altre.

L’etica (e la logica del rispetto) tanti la conoscono ma in pochi la praticano. Perchè? E’ la domanda di molti: nessuno però, forse, ha una risposta a portata di mano. E’ triste, tristissimo, leggere o scrivere certe notizie. E’ aberrante perchè la retta via sanno tutti dove parte e dove porta. Eppure i deragliamenti sono continui. La cultura del sotterfugio, del risultato ad ogni costo, del “per il momento partiamo e poi vedremo” la fanno ancora da padrone.

Quando mormorate “che disastro, certe società”, guardatevi dentro. Fatevi un esame di coscienza ed uscitene puliti. Se non ci riuscite la colpa di tante contraddizioni è anche vostra: espiatela, se avete una dignità. I patti si rispettano: sempre. Che si stia al di qua o al di là della scrivania vanno rispettati. Da parte di tutti. Altrimenti che senso ha parlare di passione? Quanta verità c’è nei continui elogi della parola “gruppo”, quando alla prima occasione ogni certezza si sgretola? La colpa è di tutti: di chi pretende e di chi dà e poi toglie, spesso senza un motivo logico. Anche quest’anno il mercato ha detto chi siamo: creature fallaci, inclini al repentino cambio d’opinione e al cedere alle tentazioni.

La situazione del calcio, professionistico e non, è lo specchio della società: rigato, sporco, crepato. Ma ancora non s’è rotto. Poco ci manca, però. Sospirate, e tenete duro. Forse un giorno sarà possibile vedere equità nel pallone. Voi intanto pensate ad una cosa: tra sette giorni il romanzo popolare si prende una pausa. Godetevela tutta: non c’è niente di più bello dell’atmosfera natalizia. Tanto candida che entra anche negli spogliatoi. Per un mese non ci saranno musi lunghi, discorsi infiniti (forse…), prediche. Tanti torneranno alla loro vera natura di dilettanti, in tutto e per tutto. Coraggio, manca solo una settimana. E che il Natale per voi duri non uno, ma trenta giorni!

Un saluto cordiale,

Riccardo Perandini

Direttore Editoriale Calcio Dilettante Veronese

mail: riccardo.perandini@libero.it