SERIE D/ Legnago in esilio. Ma con il Giorgione serve una grande prestazione

SERIE D/ Legnago in esilio. Ma con il Giorgione serve una grande prestazione

by 26 Novembre 2011

  Sensazione strana, quella che vivrà il Legnago. Senza gente, senza il proprio stadio, a porte chiuse a Padova. Chissà, magari è un segno del destino. Da sempre allergico al suo Sandrini, chissà che col Giorgione non sia la volta buona per ritrovare quel successo che in casa è così difficile da cogliere come i numeri continuano a certificare. Il Giorgione, tanta storia alle spalle ma un presente non proprio esaltante, naturalmente non si fida. Stefano Esposito, il suo allenatore, parla chiaro: «Il Legnago è una squadra di valore, costruita per un campionato di vertice. In questo periodo, pur giocando un buon calcio, stanno raccogliendo meno di quanto meritino e questo forse sta creando un po´ di nervosismo, come i fatti di domenica sembrano dimostrare. Ma questa è un´arma a doppio taglio, il Legnago ha tutte le risorse per capovolgere la situazione a suo favore».?

 

GIGI E ANDREA, MISTER BIG. Sul palco, a prendersi applausi e premi. Andrea Mandorlini da una parte, Gigi Fresco dall´altra. A ritirare i premi del Gala dello Sport della sesta circoscrizione e a parlare di futuro. «Siamo molto vicini ad arrivare fra i professionisti, li meriteremmo anche. ?Facciamo però un passo alla volta», le parole misurate di Fresco venerdì sera, magari pensando a quanto difficile sarà oggi avere la meglio sul Forcoli, fresco giustiziere del Cerea. «Complimenti alla Virtus, spero presto possa iniziare una buona collaborazione fra noi», è stato l´assist di Mandorlini, dopo aver chiacchierato al telefono in settimana con Fresco. «La nostra classifica è deficitaria, la Virtus è un´ottima squadra ma non possiamo più regalare nulla», l´avvertimento arrivato dalla Toscana con la firma di Giorgio Corradetti, diesse di un Forcoli che al centro della difesa avrà l´eterno Mirko Taccola, la bellezza di 41 anni ed un passato anche glorioso fra Inter, Napoli e Palermo.?

 

VILLA, PROVACI ANCORA Avversario peggiore non poteva capitare al Villafranca, di scena sul campo di una Pistoiese schiumante di rabbia che pare aver abbandonato le lune di inizio di stagione per appropriarsi di un ruolo di primissimo piano come blasone esige. La Pistoiese è al terzo allenatore della stagione, dopo aver esonerato Alessandro Birindelli (tre punti in sette partite) ed aver chiamato un vecchio marpione come Paolo Indiani, uno che nel 2004 ha vinto lo scudetto di serie D con la Massese prima di sedersi anche sulle panchine di Foligno e Pisa. In settimana il Villafranca si è affacciato in anticipo sul mercato, ha portato a casa Andrea Doardo dalla Virtus e ritoccherà ancora il centrocampo, convinto di essere a posto in difesa e soprattutto in attacco. «Scapini e Fornito non li cambierei nemmeno con Guccione e Moretto», diceva giovedì Mauro Cannoletta, diesse del Villafranca pronto a consegnare a Davide Pellegrini i ritocchi giusti. Oggi di certo sarà una sofferenza. Sotto la guida di Indiani la musica è cambiata, la Pistoiese ha stravinto col Camaiore, battuto il Forlì, pareggiato con la Virtus Castelfranco e perso solo col Rosignano, forse quella che gioca meglio di tutte nel girone. Servirà l´impresa, Pellegrini lo sa bene.?

 

CEREA CERCA LO SCATTO. Il calendario dà una bella mano invece al Cerea, lontana come logica magari voleva dal mostruoso rendimento di inizio campionato ma comunque ben al di sopra della soglia di pericolo, nonostante alle sue spalle stazionino squadre sulla carta di alta caratura fra Rosignano, Pistoiese, Ravenna, San Paolo Padova e Forcoli. Il Cerea ha raccolto in casa solo due punti (Pavullese e Ravenna) nelle ultime quattro, viene da due sconfitte di fila, è rimasto sereno ma ha comunque necessità di interrompere la striscia negativa. Specie se di fronte hai una squadra come la Sestese, che ha raccolto la miseria di un punto nelle ultime sei con un trend negativo che l´ha confinata al penultimo posto. Il pronostico sembrerebbe scontato, proprio per questo sarà una partita ancora più problematica.