Scaligera, non sei più una sorpresa. Ma Bertozzo frena: “Spirito vincente, ma viviamo alla giornata. Coperta troppo corta”

Scaligera, non sei più una sorpresa. Ma Bertozzo frena: “Spirito vincente, ma viviamo alla giornata. Coperta troppo corta”

by 30 Gennaio 2017

Solida, coriacea, con gamba ed idee, equilibrio e pragmatismo. La Scaligera di Bertozzo piace e convince. Desta attenzione, strappa applausi. E non solo. Da strappare c’è pure l’etichetta di sorpresa: ormai è cosa vecchia. Non s’addice più agli isolani. Il motivo è limpido: non esistono aiuti della sorte che durano così a lungo. Qui si parla di meriti: del tecnico, della società, del gruppo. Giusto sottolinearlo. Partita in sordina, con qualche incertezza dopo il reimpasto estivo, la Scaligera ha saputo costruire solide certezze. Col lavoro, col buonsenso. Attingendo all’esperienza dei più datati e alla freschezza dei più giovani.

E ora corre a gambe levate. Senza chiedersi quanto dista la meta e soprattutto quale sia. Non è ancora il tempo dei bilanci. Di certo c’è un fattore solo: non c’è l’ammazzacampionato. L’equilibrio regna, donando suspanse a giocatori e ad addetti. Tutto ciò che è scritto sinora è riscrivibile, scritto a matita, quasi fosse un invito a reinventare la classifica di domenica in domenica.

La Scaligera guarda in casa propria. Fa quadrato con una ricetta semplice, condita di fatti e di poca teoria, come insegna il buon Bertozzo, che della categoria ormai è un fine conoscitore. C’è il suo marchio nell’ascesa isolana. Un’impennata di cui lui stesso s’è accorto progressivamente, studiandone le ragioni.

“Vedo uno spirito diverso – commenta – i risultati hanno cementato il gruppo e contribuito a formare una mentalità competitiva. Non ci alleniamo più per la sola routine settimanale che sì, richiede passione ed impegno, ma non ha nulla a che vedere con la verve che vedo ora negli allenamenti. E’ scattato qualcosa sul piano psicologico. Giusto accorgersene e provare a cavalcare l’onda positiva”.

Senza però, a quanto pare, spostare in alto l’asticella degli obiettivi.

“Non parlo di alzare l’asticella e nemmeno di obiettivi se è per questo – conclude – il nostro pensiero dev’essere rivolto al campo settimanalmente, perchè la differenza la farà la capacità di adattarsi alle situazioni. Soprattutto nel nostro caso, dove la coperta è un po’ corta, gli infortunati e gli acciaccati non mancano e non posso permettermi programmi e previsioni. Dobbiamo essere bravi a trovare il meglio da ogni situazione, l’ho detto ai ragazzi. Come abbiamo fatto finora. E direi che di strada insieme ne abbiamo percorsa”.