SANI E SALVI/ Il Cadore raccontato da Righetti “A testa alto fino alla fine”

SANI E SALVI/ Il Cadore raccontato da Righetti “A testa alto fino alla fine”

by 14 Maggio 2012

 Un funambolo dal piede felice. Scaltro, guizzante, imprevedibile quanto basta . Talmente veloce, che a volte par quasi dimenticarsi del pallone mentre sprinta tra le difese avversarie: Francesco  Righetti è così, sgusciante, come lo vedi. C’è anche il suo prezioso contributo, nella salvezza del Cadore, la seconda di fila per la formazione borgotrentina. Un risultato di tutto rispetto, per una società che fa dell’amicizia e del divertimento le proprie prerogative. Senza nomi di grido, senza spese folli, con una rosa per gran parte cresciuta nel proprio vivaio, gli uomini di De Santis hanno saputo uscire a testa altissima dalla bagarre-salvezza. Mai in zona play-out, qualche flessione fisiologica, ma nessun segno di cedimento: a spiegarcelo, è lo stesso Righetti, nato e cresciuto con la casacca nero verde, dai primi calci alla prima squadra:

“ La nostra è una salvezza meritatissima. Siamo una squadra che non ha il giocatore di grido, ma di contro abbiamo un’ossatura portante che fa la differenza. Infatti, è lo zoccolo duro del gruppo, l’arma in più del Cadore. La vecchia guardia, se così vogliamo definirla, ha retto fino alla fine, senza cedere ”.

Al di là del risultato finale, eravate partiti benissimo, occupando le posizioni di testa per diverse giornate. Poi, il calo: cos’è successo?

“ Siamo stati falcidiati da tanti infortuni nella parte centrale del campionato, e la squadra ne ha risentito. Inoltre, credo che abbia un peso notevole l’assenza di una punta centrale che capitalizzi la manovra. Vista la buona prova del reparto difensivo, penso che questa sia forse la nostra pecca, cui comunque abbiamo sopperito nel corso della stagione ”.

Nonostante tutto, siete sempre stati un gradino sopra la zona play-out, anche quando la distanza sembrava assottigliarsi domenica dopo domenica. Qual è stato il periodo cruciale, la partita decisiva in chiave salvezza?

“La partita chiave direi che è stata quella contro il Seregno Borgo Trento. Venivamo da un periodo difficile ed è stata una vittoria fondamentale per ricaricarsi e ritrovare unità. Successo arrivato anche grazie a Ferrarese che alla prima partita dopo un lungo stop ha segnato un doppietta che è valsa tre punti decisivi ”.

Passiamo all’analisi del campionato: chi ha giocato il miglior calcio?

“ In assoluto l’Olimpica Dossobuono ”.

La sorpresa e la delusione?

“ Per la sorpresa mi devo ripetere: dico Olimpica Dossobuono. Delusione sicuramente il Castel d’Azzano, con la rosa che ha avrebbe dovuto lottare per il primato ”.

Il giocatore che più ti ha stupito? Il giovane più promettente?

“ Maschi senza dubbio, ha una classe infinita, ma anche Mario D’Aleo, quando ha la palla inventa sempre la giocata giusta, ha una grande tecnica. Miglior giovane sicuramente il nostro Salvatore Baffa, classe ‘94. Non solo per le presenze e le prestazioni ma soprattutto per il carattere dimostrato all’interno del gruppo. Nonostante la giovane età non aveva timori reverenziali con nessuno anzi, spesso era lui a farsi rispettare. ”

Concludiamo coi pronostici. Dietro la bagarre-salvezza è accesissima: chi si salverà?

“ Il Crazy ha meritato ampiamente la salvezza diretta, sui play-out preferisco non sbilanciarmi ”.

Nei piani alti il Grezzana ha già staccato il biglietto per la Prima Categoria. Chi, a tuo avviso, ha le carte in regola per seguirla dopo i play-off?

“ Direi l’Avesa per la continuità dimostrata in tutto il campionato. Ma non sottovaluterei la forza dell’Olimpica Dossobuono, che gioca un gran calcio ”.

Riccardo Perandini