Preto inquadra il Legnago: “Concretizziamo poco, ma stiamo migliorando. L’obiettivo? Salvezza tranquilla, ci servirà per fare esperimenti”

Preto inquadra il Legnago: “Concretizziamo poco, ma stiamo migliorando. L’obiettivo? Salvezza tranquilla, ci servirà per fare esperimenti”

by 14 Febbraio 2013

Legnago tra la gloria e la dannazione. Giace sul limbo del centro classifica, la formazione di Claudio Ottoni. In ripresa dopo un avvio deludente, Zerbato e compagni stanno cercando di risalire la china, con coraggio, orgoglio, voglia di dimostrare che ancora tutto è possibile. Il tempo per riprovare l’assalto ai play-off ci sarebbe, i numeri per tentare l’impresa anche. Quest’anno però, l’equilibrio del girone impone prudenza, cautela. Se la Sambo vola e il vuoto che separa la capolista dalle inseguitrici comincia ad essere consistente, la lotta per i primi cinque posti è tutt’altro che definita. Mario Preto però, direttore sportivo del sodalizio legnaghese, frena gli entusiasmi, analizzando così il campionato sin qui trascorso:

“Chiaramente come società ci aspettavamo di più. Abbiamo giocatori di categoria superiore, ma purtroppo non siamo riusciti a raccogliere quanto abbiamo seminato. Abbiamo il difetto di essere una squadra che crea tanto e conclude poco, e questo ci ha penalizzati parecchio”.

Il Legnago però, appare in netta ripresa. A cosa attribuisce lo sprint dei suoi?

“Al fatto che, finalmente, siamo stati cinici. Abbiamo trovato quella concretezza che ci è mancata per tante, troppe partite, e siamo riusciti a coronare le prestazioni che, va detto, sono sempre state all’altezza delle aspettative”.

Quanto c’è del lavoro di Ottoni nella risalita del Legnago?

“Parte dei meriti va a lui, ha ridato tranquillità al gruppo, che ha iniziato a seguirlo. Vede il calcio in modo diverso da Orecchia, impostando sì il gioco della squadra, ma lasciando molta più libertà. Subito c’è stata qualche incomprensione, ma i giocatori di fantasia non ci mancano e ora abbiamo trovato dei buoni automatismi. Sono soddisfatto di come si è posto con noi e con la squadra”.

Capitolo Orecchia: cosa non funzionava?

“Penso che il Legnago debba ringraziare Orecchia per il suo operato, che ci ha fatto crescere come competenza e professionalità. Però alla lunga l’errore credo sia stato il voler ripartire con lui anche in questa stagione, quando erano rimasti solo sei giocatori della sua gestione. Era finito un ciclo, e avremmo dovuto aprirne uno nuovo”.

Zoom sulla squadra: il pregio?

“La fase offensiva, abbiamo un attacco d’altra categoria”.

Il difetto?

“Mi devo ripetere: creiamo tanto, e concretizziamo troppo poco”.

Il giocatore in evidenza?

“Zerbato, si sta confermato su livelli buonissimi. Può ancora fare il salto nei professionisti, ha grandi doti”.

Il giovane di prospettiva?

“Ne dico due, penso già pronti a provare il salto nei pro: Nicolis e Michelotto”.

Un voto alle veronesi: Sambo, primato legittimo?

“Per la rosa e il modo in cui riesce a capitalizzare il gioco offensivo, sì. Ma non ho visto questo gran gioco da parte loro, vivono molto sulle individualità, come non potrebbe essere altrimenti”.

Virtus?

“La Virtus è l’esaltazione del gioco collettivo, pratica un calcio veloce e organizzatissimo, frutto di un grande lavoro pluriennale di Gigi Fresco. A lui va un mio plauso personale”.

Cerea, salvezza possibile?

“Assolutamente sì. Devono trovare più convinzione nei loro mezzi, ci sono squadre meno attrezzate meglio posizionate in classifica. Dipenderà tanto da loro, ma hanno tutto per risollevarsi”.

Concludiamo, direttore. Legnago in ripresa, play-off ancora possibili?

“Non do una risposta, io dico che il Legnago deve stare il più distante possibile dalla zona a rischio, in modo tale da permettere all’allenatore e alla società di effettuare qualche esperimento sul finire di stagione, utile per preparare il lavoro dell’anno venturo”