Parte la serie D. Le veronesi cercano subito il colpaccio

Parte la serie D. Le veronesi cercano subito il colpaccio

by 2 Settembre 2011

 Serie D, si parte. E quest’anno sognare costerà cara. Tanti chilometri da percorrere. Avversari di primo livello sulla strada delle veronesi. Obbligatorio l’abito della festa, almeno per la prima. Si sale a bordo, tutti insieme.

Alla scoperta della nuova Interregionale, di vecchi e nuovi protagonisti. Verona riparte con quattro alfieri, orfana del Castelnuovo e col Villafranca ripreso in serie D per i capelli.  Una chance d’oro ce l’ha anche il Cerea, meraviglioso marchio intriso di storia che torna a rivivere quello che per tanti anni è stato il suo normale palcoscenico. Fascino irresistibile per gli amanti del pallone, come quel dolce profumo di vecchio che incontri nello sfogliare i libri d’epoca del grande Piccolo Toro.

Peccato sia saltato il derby col Legnago, rimasto da solo in un girone e costretto a veder partire le altre tre cugine verso lidi lontani, fra Emilia Romagna e Toscana. Non esattamente il massimo della vita per un calcio che deve per forza tirare la cinghia. Un esempio? Non serve andare troppo lontano, anche se detta così sembra una presa in giro. Perché la Virtus è partita ieri alle 15.30 per raggiungere il ritiro livornese di Rosignano Marittimo, provincia di Livorno, quasi 400 chilometri per giocare la prima col Sei Rose. Ma è Serie D o Serie A?

D’accordo, sarà bello trovarsi di fronte Pistoiese, Ravenna e Forlì. Ma se una trasferta deve costarti anche tremila euro meglio rimanere entro confini più ristretti, specie di questi tempi. Pazienza, così è. Villafranca e Cerea viaggeranno su un terreno perennemente minato, visto lo status di ripescate. La Virtus è quella di sempre, al sesto anno di D. Una miniera di certezze, compresa quella di finire fra i professionisti senza neanche dover poi aspettare tanto. Parola di Gigi Fresco.

Piace molto il Legnago, impreziosito dal talento di Gustavo Ferretti che promette di fare a fette ogni difesa col compare Correzzola. Tremendi. L’Interregionale per il resto è il solito dilemma. Il massimo se vuoi restare fra i dilettanti (si fa per dire), riduttiva se vuoi ambire a qualcosa di più.  La musica non è cambiata, in campo devono andarci un ragazzo del ’91, due del ’92, uno del ’93. «Un modo per preparare la pappa ai professionisti», il coro che si alza da anni sul tema senza che nulla sia cambiato. Almeno le nostre si sono per lo più affidate a ragazzi cresciuti in casa visto che tutte, chi più chi meno, il terreno l’avevano già preparato.  Verona conserva un forte legame col territorio. In D convivono la prima (Villafranca), la seconda (Legnago) e l’ottava (Cerea) cittadina della provincia per numero di abitanti più un quartiere come Borgo Venezia che ha sempre seguito fedelmente le orme della sua Virtus. La ricetta è semplice, anche se è serie D.