Nove stelle brillano nell’empireo del dilettantismo veronese. Tutte le sorprese del nostro calcio

Nove stelle brillano nell’empireo del dilettantismo veronese. Tutte le sorprese del nostro calcio

by 29 Dicembre 2014

Note liete. Note intonate, melodiche, ben riuscite. Vere e proprie sorprese, belle da vedere, interessanti da scoprire e riscoprire nella loro ascesa. Ogni anno il campionato regala emozioni nuove, brividi inaspettati. Segno che il pallone, per fortuna, è ancora rotondo per tutti. Anche la stagione 2014-2015 non fa eccezione. Ci sono stelle che rilucono tra lo stupore di tutti in ogni campionato: scopriamole assieme.

In Eccellenza, a non passare inosservata è l’Ambrosiana. Giusto che a Sant’Ambrogio stigmatizzino, anche un po’ scaramanticamente, l’attuale posizione solamente con un semplice sorriso senza fra trapelare altro. Però i numeri sono numeri: parlano da soli. L’Ambro ha imparato a volare. L’ha fatto da autodidatta, con la propria filosofia spicciola, con una mano sempre tesa verso i giovani e spese, è proprio il caso di dirlo vista la categoria, nettamente inferiori a quelle delle contendenti. Un gran bell’esempio di virtù da citare e da prendere a modello.

In Promozione fare i conti è fin troppo facile. Qui, forse, sbagliare le previsioni era difficile. Tutto, o quasi, procede secondo i piani. A scompaginare i piani degli statistici del calcio, ci hanno pensato Valgatara e Alba Borgo Roma. La prima ormai ha abituato a cavalcate al debutto. Qualsiasi sia la categoria affrontata, il Valga al primo anno ha sempre fatto la voce grossa. Una dote che, a sentir il tecnico Pienazza, trova il suo segreto nella bontà dei rapporti umani creatisi tra i rossoblù. Il Valga vive sull’alchimia del gruppo e, non dimentichiamolo, gente come Lallo e i fratelli Aldrighetti per la categoria sono un lusso. Prevedere un altro exploit in Promozione era però difficile. Giusto dunque tributare i giusti meriti ai ragazzi di Pienazza, tecnico sempre più sorprendente nel panorama del nostro calcio.

Discorso a parte invece, merita l’Alba. La formazione di Gambini ha davvero lasciato tutti di stucco. Perchè se la fortuna esiste, non può durare quattro mesi interi. L’Alba ha costruito sui campi un filotto di risultati importante, segno e conseguenza di valori solidi, idee chiare, giovani validi e una struttura societaria ben definita. Una piccola che sogna da grande senza mezzi termini.

In Prima Categoria gli occhi sono tutti puntati sull’Olimpica Dossobuono. L’undici di Bozzini ha preso il volo anche in Prima. Sarebbe dovuta essere addirittura più in alto, a parer del tecnico, conteggiando i punti persi per strada per ingenuità e leggerezze varie. Sembrava che nel girone A i giochi fossero già scritti. Audace o San Zeno, dicevano i più. Il terzo incomodo, però, al momento s’è dimostrato più forte, più concreto e più scaltro delle altre due. L’Olimpica vola e la sensazione che, per spodestarla, ci voglia un mezzo miracolo, è più che un’idea campata per aria.

Nel medesimo girone una nota di merito va al San Giovanni Lupatoto. L’undici di Salvagno s’è scoperto grande strada facendo, leccandosi le ferite causate da un inizio sofferente e lavorando in silenzio, senza farsi troppo notare. A fari spenti Poli e soci hanno messo in riga anche le grandi del campionato. Vuoi vedere che i “Lupi” saranno l’outsider di turno per la lotta ai play-off?

In Seconda Categoria, i nomi da annotare sul taccuino sono quattro: Gargagnago, Ares, Crazy Colombo e Atletico Vigasio. Ares e Crazy assieme nel girone B, le altre due, rispettivamente nell’A e nel D. Tutte e quattro sono accomunate da una storia simile. Il principio primo che lega le quattro è la sofferenza, patita gli anni addietro in scorbutiche lotte-salvezza, trasformatasi ora in maturità per affrontare la categoria con ben altri stimoli. Tutte e quattro hanno sperimentato l’affanno delle rincorse obbligate e ora, con un impianto di squadra rimasto grosso modo invariato tra le stagioni, hanno spiccato il volo. Forse, l’unica che leggermente si discosta è l’Atletico Vigasio, formazione che ha subito qualche cambio in estate, allenatore compreso, ma che l’anno scorso ha avuto di che penare per risalire la china dopo un’andata alquanto avara di soddisfazioni. Tutte e quattro hanno uomini, entusiasmo, spina dorsale e imprevedibilità per tenersi cucito addosso il vestito della festa anche a maggio. Riusciranno nell’intento?