LA STORIA/ Morandini, para e segna. “Chiamatemi Sheva”

LA STORIA/ Morandini, para e segna. “Chiamatemi Sheva”

by 24 Marzo 2012

 Miracolo di San Patrizio. In cinque sono volati a Dublino in Irlanda. E lui è uscito dai pali. Per diventare bomber. “Spero non solo per un giorno”. La storia è quella di Luca Morandini, portiere goleador del Grezzana capolista nel girone B del campionato di Seconda categoria. Luca ha già fatto parlare di sé poco tempo fa per la capacità di mantenere inviolata la porta. Stavolta, però, ha esagerato. Contro il Real San Massimo è stato schierato fin dall’inizio in attacco dal suo allenatore, Stefano Menini. E ha ripagato la fiducia con una prestazione da centravanti consumato. Due reti e grande festa. “Il miracolo – racconta lui – l’ha fatto proprio San Patrizio. Cinque compagni hanno chiesto di poter andare a Dublino e sono stati accontentati. Io ero già stato provato in attacco in un’amichevole giocata contro l’Audace, ed evidentemente non ero dispiaciuto al mister. Mi piace giocare fuori. Spero possa accadere ancora. Magari nelle ultime giornate di campionato, con la promozione in Prima categoria già in tasca”.

Domanda: ma cosa ci fa allora un attaccante tra i pali? “Colpa della stazza. Quando ho iniziato a giocare da bambino ero più grande degli altri. E quando svetti finisci in porta. In più penso anche di cavarmela”. Morandini si aspetta adesso subito il bis? “Beh, subito spero di no, visto che quando giochi fuori qualche botta in più la rimedi. Tra i pali, però, so di non poter sbagliare. Altrimenti l’errore difficilmente è rimediabile”.

Luca, classe ’89, è originario di Lugo. Ha vestito la casacca neroverde della squadra del suo paese. Poi è andato al Corbiolo, prima di passare alla VirtusVecomp, dove ha esordito pure in serie D, prima di essere dirottato alla Polisportiva Virtus, in Prima. “In D c’è l’obbligo di schierare i giovani, e ho trovato spazio. E’ stata une bella esperienza. Sono cresciuto molto. Ma ricordo con piacere anche il lungo periodo trascorso a Corbiolo, per me come una famiglia”. Provate a pensare quale può essere il soprannome di un portiere. Il giovane Zoff? Il nuovo Buffon? Il ragno nero Zenga? Macchè? Morandini per tutti a Lugo è Sheva. “Proprio così. Andavo al campetto con la sua maglia. E da sempre mi chiamano così”. Ha le idee chiare Luca. “Vorrei restare anche l’anno prossimo a Grezzana. Agazzi e Marchetti sono riferimenti per il futuro. Ma prima o poi tornerò fuori. Per cercare altri gol”. Poche ombre, una certezza: “Vorrei avere  avuto in passato un cartellino tutto mio, Mi sarebbe piaciuto decidere liberamente. Forse a volte certe occasioni che passano le prendi al volo. Detto questo: sono amico di tutti e fin qui ho sempre trovato persone straordinarie. E se il mister permette, io ci riprovo”