La Nuova Cometa torna a brillare. Che sia l’anno buono per il gran salto?

La Nuova Cometa torna a brillare. Che sia l’anno buono per il gran salto?

by 22 Marzo 2013

Idealismo al contrario. Il Non-Io che supera l’Io, l’errore che diventa tesoro. C’è il gusto della contraddizione più pura, nel primato della Nuova Cometa. Completamente diversa, stravolta nei numeri, nei risultati, rispetto allo scorso anno. Eppure sempre se stessa, con gli stessi uomini, cambiati per poche unità, lo stesso tecnico. Il segreto? Sta nella proporzionalità inversa tra proclami e realtà. Lo scorso anno, l’ambizione, la consapevolezza di avere una rosa da grandi numeri, l’eccessiva attenzione attirata non ha prodotto effetti soddisfacenti. Se è vero che gli infortuni l’avevano fatta da padrone, è altrettanto vero che, al di là dei possibili alibi, la Cometa non è riuscita a disputare il campionato che voleva. Quest’anno, come un bimbo che impara sbagliando, inseguito dai rimbrotti genitoriali, l’undici di Benin ha saputo trovare la dimensione giusta per arrivare ai vertici. Poche parole, l’umiltà prima di tutto, l’attenzione rivolta al campo, al solo calcio giocato. A fari spenti, la Nuova Cometa ha stupito tutti. E domenica, con un blitz nella tana del temuto Ponte Crencano, diretta rivale per la promozione, la formazione nerocerchiata ha ritrovato quel primato che da mesi aveva conservato gelosamente. Ora non ci si può più nascondere: la classifica parla da sola. Ma a smorzare eccessivi entusiasmi, ci pensa un saggio Ivan Benin, timoniere della capolista del girone D di Terza, il quale ammonisce:

“Farà la differenza lo spirito con cui affronteremo le ultime gare. Abbiamo avuto un calo psicologico, che ci poteva anche stare, ma ora dev’essere acqua passata. Non ci possiamo permettere altri cali”.

Tracciamo un bilancio della stagione: cosa vi ha permesso di compiere il cammino contrario rispetto alla scorsa stagione?

“Il fatto di aver saputo fare tesoro degli errori commessi, anche se, ad esser sinceri, abbiamo dato il massimo anche lo scorso anno. La società ha operato bene e i ragazzi, che giocano insieme da due anni ormai, hanno dimostrato di aver legato e di aver costruito un gran gruppo, che alla lunga ha fatto la differenza”.

Dovesse fare un complimento alla squadra, per quale motivo lo farebbe?

“Per il gruppo che si è creato, per come vivono la settimana e perchè hanno dimostrato grande applicazione. Qui, sia chiaro, tutti vogliono divertirsi. Però c’è anche il momento in cui serve la massima serietà, e in questo i ragazzi si sono dimostrati maturi. Ecco, se devo scegliere un fattore, dico la maturità del gruppo, e la mentalità vincente che abbiamo saputo costruire nel tempo”.

Siamo puntigliosi: a cosa è attribuibile il calo che avete subito, rimettendo in gioco le contendenti?

“A un fattore psicologico, siamo là davanti da tutto il campionato praticamente, e probabilmente siamo calati di tensione nervosa. Non c’è stato nessun problema fisico, non siamo stati pronti come avremmo dovuto in alcune situazioni, e alla fine ne abbiamo risentito. Ma ora l’abbiamo superato, la vittoria di domenica lo dimostra”.

Ponte Crencano-Nuova Cometa: 1-2. Ci racconta la partita? Vittoria meritata?

“Bella partita, giocata su un bel campo da due squadra in grado di giocare a pallone. Credo che la nostra sia una vittoria meritata. E’ stato il successo del gruppo, della nostra mentalità: lo dico perchè siamo andati sotto, tra l’altro in un momento difficile e in casa di una diretta concorrente. Invece non ci siamo disuniti, abbiamo reagito e trovato la grande rimonta. Un grande risultato, assolutamente”.

Uno sguardo al campionato: chi teme di più tra le rivali?

“Sono tutte temibili, Ares, Bassotto e Ponte Crencano. Ma se devo scegliere, dico Bassotto”.

Perchè?

“E’ la squadra più quadrata, più difficile da affrontare, per me hanno qualcosa in più rispetto alle altre”.

Chi gioca il miglior calcio?

“Mi ripeto: sempre il Bassotto”.

Sorpresa e delusione del campionato?

“Nessuna in entrambi i sensi: la classifica rispecchia i valori”.

Torniamo a voi: l’uomo in più? Il giocatore che ha fatto la differenza?

“Non faccio nomi, se devo fare un elogio, lo faccio al gruppo intero, perchè lo merita veramente. Sembra un luogo comune ma non è così: conosco questa squadra, e so quello che dico. La nostra arma in più è lo spogliatoio, in tutto e per tutto”.

Prima parlava bene della società: torniamo sul discorso appena accennato. Qual è il suo rapporto con la dirigenza?

“Ottimo, a mio avviso la Nuova Cometa è una gran società. Penso che chiunque sia stato qui, o sia venuto in contatto con la nostra realtà, lo possa confermare. Tutti i dirigenti sono competenti, hanno la giusta dimensione del calcio, sono disposti al confronto, lasciano lavorare in tranquillità. Se c’è un gran gruppo è merito anche loro, è merito della loro disponibilità e della loro capacità di esser sempre presenti. Qui non ci manca nulla, perciò non posso che ringraziare l’interà società”.

Concludiamo, mister. Cinque partite al termine della stagione regolare: cosa servirà, alla luce di quanto lei ha potuto valutare nel corso del campionato, per rimanere al vertice fino alla fine?

“La mentalità di chi gioca una finale. Abbiamo cinque partite? Bene, sono cinque finali. L’ho detto ai ragazzi, si vince solo se andremo in campo con lo spirito giusto. Come domenica col Ponte Crencano, e in tante altre circostanze. Resteremo là davanti se dimostreremo di volere questo primato: io ci credo, penso anche i ragazzi. Badiamo al sodo, lavoriamo e lasciamo che sia il campo a parlare. Poi i conti li faremo a fine stagione. Di certo, ho grande fiducia”.