Isola Rizza, semplicità fa rima con tranquillità. Il bicchiere di Di Paola è mezzo pieno: “Risultati figli della stima reciproca. Godiamoci il meritato riposo”

Isola Rizza, semplicità fa rima con tranquillità. Il bicchiere di Di Paola è mezzo pieno: “Risultati figli della stima reciproca. Godiamoci il meritato riposo”

by 23 Dicembre 2014

Un Natale sereno, senza affanni nè pensieri. Ad Isola Rizza lo vivranno così, con gli occhi placidi e il sorriso stampato sul volto. La serenità dell’ambiente ha permesso una promettente rima, e non solo linguistica, con la tranquillità raggiunta in campionato, dove l’undici di Di Paola, forte dei venticinque punti conquistati, dorme placidamente, godendosi il meritato riposo nell’accogliente antro della pancia della classifica.

Avessero detto a Di Paola, giunto ad Isola spinto dagli stimoli di una scommessa da vincere, che avrebbe raccolto così tanti punti in un sol girone, probabilmente, ci avrebbe messo la firma subito, ad occhi chiusi. Sì, perchè per l’Isola doveva essere l’anno zero, quello della ripartenza dopo un nuovo ridimensionamento. Già giovanissima e sorprendente negli scorsi anni, l’Isola in estate ha perso i suoi pezzi pregiati, Baldi su tutti, inossidabile capitano.

Ancora imbottita di giovani alle prime esperienze, tolti i veterani, ormai van chiamati così, del 1994 che ad Isola è, come si suol dire, una classe di ferro, i biancocelesti del presidente Mantovani hanno saputo stupire se stessi e gli avversari, i giornalisti e gli spettatori. L’impresa è figlia di un calcio pratico, italianissimo e diretto con lucidità da Di Paola e interpretato come si deve dai giocatori, destinatari di un’idea di gioco magari non spettacolare, ma sicuramente funzionale. Ad Isola è l’arrosto che conta, metaforicamente parlando, non il fumo.

“Abbiamo disputato un grande girone d’andata – commenta Di Paola – i risultati sono figli di una stima reciproca che si è creata tra me e i giocatori. L’Isola ha nella tranquillità dell’ambiente la sua arma migliore. Qui si lavora senza alcun tipo di commento e di pressione. L’ambiente ideale per i tanti ragazzi giovani che giocano qui”.

Il vestito perfetto. Di Paola, intuite le attitudini dei suoi e la natura della materia a disposizione, l’ha plasmata come meglio non poteva, cucendogli addosso la miglior veste. Come un sarto d’alta scuola, di quelli che, quando si parla di qualità, sanno dar quasi voce ai vestiti.

“Giochiamo un calcio pratico – svela – non possiamo permetterci di pressare alti, di avere la difesa a metacampo e di provare a fare noi il gioco. Non abbiamo l’esperienza, la gamba e la maturità per farlo. Ci copriamo bene e sfruttiamo le ripartenze, abbiamo gente veloce, che quando parte non li prendi più. Poi, sia chiaro, non giochiamo solo di rimessa. Giocatori dai piedi buoni ne abbiamo, sappiamo far girar la palla anche noi”.

La rotta verso la salvezza sembra quasi terminata. Qualcuno, sottovoce, parla di possibilità storica d’alzare l’asticella. Di Paola, da par suo, la pensa così.

“Se ci salviamo in fretta andiamo avanti a testa bassa – conclude – il bello dello sport è scoprirsi grandi quando si sa che, magari, la parte del primattore spetta ad altri. Vincere piace a tutti, non dobbiamo sederci sugli allori. Vivremo un Natale sereno per merito dello spirito che si è creato. Manteniamolo, sapremo toglierci delle soddisfazioni. Intanto, per concludere, faccio gli auguri a tutto il calcio veronese”.