Isola Rizza, Di Paola indica la rotta per i play-off: “Dev’essere una festa, viviamola nel modo migliore”

Isola Rizza, Di Paola indica la rotta per i play-off: “Dev’essere una festa, viviamola nel modo migliore”

by 7 Maggio 2015

Sgombera la mente, Salvatore Di Paola. Non è più tempo per le scaramanzie: i play-off sono cosa fatta. Verità concreta, tangibile. Il miracolo c’è stato: Icaro è volato in alto senza avvicinare il sole. Le ali sono ancora ben salde, la cera non s’è sciolta sul più bello. Il tecnico, pur non amando proclami, al colpaccio possibile un po’ ci crede. Mollare ora, sarebbe come non mettere la farina per fare il pane: inopportuno è dir poco.

Di Paola, sotto il sorriso sornione e l’animo mite, nasconde in realtà un animo pugnace, da condottiero silenzioso e sognatore insieme, mai ligio ai voli pindarici, ma altrettanto bravo a tirar fuori dal cilindro dei suoi ogni cosa possibile. Ad Isola Rizza Di Paola s’è mostrato gran speleologo, minatore di talento e dosatore d’entusiasmo. Ha preso in mano un gruppo che ha perso i suoi cardini, emigrati verso altri lidi, e l’ha ritemprato, dando un nuovo significato alla sua esistenza in categoria.

Ha saputo toccare le corde adatte, accendere gli stimoli opportuni. Ricetta buona, la sua: tanta carota e poco bastone. Spazio concesso a tutti, pochi concetti, la pretesa di una traduzione sul campo completa, letterale, quella che si consiglia ai ginnasiali che s’accingono al testo classico: asciutta, legata ai vincoli morfosintattici, senza fronzoli ma senza malmenare l’italiano.

Alla sua grammatica Di Paola tiene un sacco. Sul far di Natale, qualche regola l’aveva svelata. L’ha insegnata come un maestro di una scuola media di città che, sapendo di dover preparare gli alunni al liceo, perora con pazienza la sua lezione, con la calma e l’ottimismo di chi sa, in cuor suo, che prima o poi tutti arrivano all’obiettivo. Di Paola, quando siede in cattedra, guarda agli alunni con il loro punto di vista: li sa capire, li ascolta, li indirizza senza obbligarli, li incoraggia senza asfissiarli. E ottiene tutto: impegno, risultati, complimenti altrui.

Quella dell’Isola Rizza è una piccola favola. Per raccontarla ai bambini manca il lieto fine: la prima parte, forse, la si può scrivere a Grezzana.

“Dev’essere una festa questo play-off – commenta – voglio che tutti giochino sfruttando col sorriso e l’atteggiamento giusto questa opportunità che ci siamo regalati. Per tutti è una soddisfazione da guadagnarsi fino in fondo ed una ulteriore vetrina, che va sfruttata a dovere. Loro sono più forti, ma la palla è tonda”.

Più che al Grezzana, Di Paola pensa ai suoi. Punta più sulla bontà dell’introspezione che sull’analisi dell’avversario.

“Li conosciamo – conclude – sappiamo che se li facciamo giocare ci fanno ballare le danze che vogliono. Ci vuole umiltà, corsa, scaltrezza ed un pizzico di fortuna. I miei sanno come interpretare la gara. Non dico altro: giochiamola, poi vedremo come va. Ripeto: la palla è tonda. Per tutti”.