INTRAMONTABILI/ Gambini, da disoccupato a portiere saracinesca: “Grazie a Belligoli”

INTRAMONTABILI/ Gambini, da disoccupato a portiere saracinesca: “Grazie a Belligoli”

by 3 Gennaio 2012

 Gabriele Gambini è da anni uno dei portieri più apprezzati dei campionati dilettantistici, e oggi perno della difesa meno battuta tra serie D, Eccellenza, Promozione e anche Prima Categoria. Il Team Santa Lucia gli ha consegnato le chiavi della porta e lui ha ripagato alla grande la fiducia della società. «Ero senza squadra e ho chiesto di allenarmi lì, poi il presidente Belligoli mi ha chiesto di restare e fare un po´ da chioccia per il mio giovane collega». Gambini trova a Santa Lucia un ambiente ideale e ci mette poco a tornare a far vedere le parate che l´avevano reso così apprezzato in una carriera che forse poteva anche andare diversamente: a 18 anni infatti è il terzo portiere del Verona e arriva ad andare in panchina in serie B nella stagione di Bortolo Mutti, poi dopo un altro anno con Attilio Perotti va «a farsi le ossa» a La Spezia in C1. Ma le ossa rischia di rompersele subito: nella prima giornata del campionato becca tre gol di cui uno scivolando malamente.?«Ricordo ancora il tiro di Della Morte, purtroppo sono scivolato e la palla è entrata, eravamo sotto la curva dello Spezia, i tifosi non me l´anno mai perdonato e da lì in poi non ho più giocato». Arriva la serie D a Darfo Boario poi ecco la chiamata del Legnago. «Quando è arrivato Ezio Rossi come allenatore ho avuto la possibilità di andare a lavorare in banca e ho scelto quello. L´anno dopo lui è andato a Trieste portandosi via tre giocatori, magari tra quelli ci sarei stato anch´io e la carriera avrebbe potuto riprendere tutta un´altra strada». Gambini inizia un tour tra le migliori squadre veronesi che lo porta a San Bonifacio, Lonigo, quindi alla Montebaldina e a Castelnuovo. «Lì non è stato il massimo, c´è stato qualche problemino di troppo e mi era passata la voglia». ?A farla tornare ci pensa il suo amico Andrea Matteoni che allena la Fumanese. «Vengo solo se mi fai giocare punta così poi chiudo la carriera», è la sua unica richiesta, «anche se poi appena arrivato mi hanno messo subito in porta. Lì è stata un´esperienza semplice ma in una società con persone super che mi hanno fatto tornare la voglia». Tornare in alto però è dura e resta senza squadra, si allena con il Team che decide di tenerlo. «Quando il mister mi ha dato fiducia ho cercato di riprendermi l´Eccellenza, e ci sono riuscito. Qualcuno da altre parti non me ne aveva dato la possibilità», spiega, «ma ho dimostrato quanto posso valere». Con uno spauracchio in meno tra gli avversari. «Quando ho saputo che Meda andava via da Lugagnano speravo che venisse qui; è uno dei miei incubi e mi ha segnato in tutte le maniere, per fortuna ora è con noi».?Punto di forza di una squadra che ha in una difesa di ferro una delle chiavi della sua ottima stagione. «Merito di tutta la squadra che si sacrifica nella fase difensiva fin dall´attacco, senza rinunciare a pungere». Figurarsi quindi se nonostante i 36 anni Gambini possa pensare di smettere. «Giocherò fino a quando riuscirò a dare quello che valgo, di sicuro non mi trascinerò come fa qualcun altro. Anche perché ho detto ai miei compagni che voglio smettere con un campionato vinto, quindi mi sa che di strada da fare ce n´è ancora un bel po´».