IN REDAZIONE/ Real Monteforte, dove la gioventù corre più forte della crisi

IN REDAZIONE/ Real Monteforte, dove la gioventù corre più forte della crisi

by 9 Gennaio 2013

Real Monteforte, l’ascesa continua. Di corsa, senza indugi, a passo ritmato sulle note intonate dai propri frombolieri. Più forte anche di un ridimensionamento che sembrava imporre l’addio anticipato all’anima biancoceleste del calcio montefortiano, la truppa di Menini ha saputo imporsi con sorprendente autorevolezza nel girone B di Prima Categoria. L’entusiasmo come punto focale, l’intensità come marchio di fabbrica, la forza dei giovani come fiore all’occhiello: il 2013 dei biancocelesti riparte da qui, così come spiegano il diesse Roberto Martinelli e l’allenatore Stefano Menini, accolti in redazione per il punto sulla squadra di cui rappresentano le anime dirigenziali e tecniche:

“Abbiamo superato le difficoltà incontrate lo scorso anno – esordisce Martinelli – avevamo avuto dei problemi anche economici per la perdita di sponsor, causata dal momento difficile di cui tutti siamo a conoscenza. Poi però siamo ripartiti, e la scelta di ricominciare è stata quella giusta”.

Ripartenze. Dove prende origine la ripartenza del Real Monteforte?

“Da una fitta serie di riunioni condotte a giugno al termine delle quali ho deciso di mia personalissima volontà di iscrivere la squadra. Sapevo delle possibili difficoltà di gestione, ma ho visto nei genitori dei ragazzi del settore giovanile la ferma intenzione di rimanere al Real, e per la prima squadra ringrazio i diversi giocatori che hanno deciso di rimanere. Insomma, l’anima del Real non è mai morta, e siamo ripartiti da lì”.

Parla di anima del Real. Se guardiamo al futuro, che prospettive vede per il vostro vivaio?

“Molto buone, abbiamo 200 tesserati, segno che il paese è affezionato alla maglia e tanti mandano i propri figli a giocare da noi. Abbiamo una Juniores Regionale in netta ripresa, e i nostri progetti non si fermano qui”.

Mister Menini, il cammino del Real Monteforte è più che positivo, soprattutto alla luce delle vicissitudini di cui abbiamo appena parlato. Come valuta il campionato dei suoi ragazzi?

“Do un giudizio molto positivo, c’è stata una crescita costante e sono soddisfatto soprattutto dai giovani, che qui giocano perché se lo meritano, non per l’obbligo”.

Qual è il rapporto tra la prima squadra che lei dirige con il settore giovanile?

“Buono, con gli allenatori, specialmente con quello della Juniores, c’è un ottimo rapporto e un continuo scambio di informazioni. Inoltre le porte della prima squadra sono aperte a chi merita, come dimostra il fatto che diversi Juniores si allenano già con noi e spesso gioco anche con tre ’93 titolari”.

Cosa la soddisfa di più della squadra?

“La crescita sul piano caratteriale seguita dalla crescita sul piano tattico. Ora abbiamo una identità precisa, e stiamo mettendo a frutto il lavoro che svolgiamo ogni settimana”.

La pecca?

“L’inesperienza dovuta alla giovane età di gran parte di coloro che vanno in campo, ma è fisiologico e l’avevamo messo in preventivo”.

Soddisfatto del mercato?

“Molto, mi sono fidato ciecamente di Roberto, che è l’anima dirigenziale del Monteforte e ho fatto bene, gli acquisti si sono già inseriti e lavorano con impegno. Poi gente come Righetto e Menini servirebbe a chiunque, sono veramente validi”.

Il giocatore che più l’ha sorpresa in positivo?

“Garzon, il nostro portiere. Voleva smettere, io l’ho convinto a rimanere e sta ripagando la fiducia con ottime prestazioni, anche a livello comportamentale”.

Il giovane di prospettiva?

“Ne dico tre: Bovi, Menini e Fall Serigne”.

Uno sguardo al campionato: la favorita?

“Una tra Illasi e Santo Stefano di Zimella”.

Sorpresa e delusione?

“Sorprese Isola Rizza e Union Aurora Cavalponica, delusione il Tregnago”.

Chi degli avversari l’ha più impressionata?

“Okonji dell’Illasi, Steccanella e Sartori del Santo Stefano”.

Dei giovani invece?

“Non per presunzione, ma mi tengo i miei. Altrove giocano per l’obbligo, e in ruoli dove teoricamente fanno meno danni. Noi giochiamo con una punta e un trequartista del 1993, e questo la dice lunga sul loro valore”.

Concludiamo, mister. L’obiettivo del Real?

“I 40 punti, consentirebbero una salvezza anticipata senza i patemi d’animo dell’anno scorso. Ci crediamo e è nelle nostre possibilità, il nostro obiettivo è quello”.