IN REDAZIONE/ Ambrosiana, il Diavolo è tornato a ruggire

IN REDAZIONE/ Ambrosiana, il Diavolo è tornato a ruggire

by 9 Gennaio 2013

 Il “Diavolo” è tornato a ruggire. Con cinismo, prepotenza, straripante voglia di vincere. Ribolle di nuovo entusiasmo, il paese di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Piazza rampante del dilettantismo veronese, sta vivendo uno dei passaggi più intensi della propria parabola ascendente. “Un ciclo iniziato sette anni fa – rammenta il presidente Pietropoli, accolto in redazione – da cui siamo partiti per creare a Sant’Ambrogio un polo che sappia attrarre i giovani calciatori della Valpolicella”.

Riavvolgiamo il nastro. Da dove partiva il vostro progetto?

“Dalla volontà di crescere come prima squadra per poter dare un messaggio alle famiglie dei giovani calciatori. Siamo riusciti ad arrivare in Eccellenza, una categoria che a Sant’Ambrogio non avevano mai visto, e a creare di conseguenza un settore giovanile di primissimo livello”.

Ci spieghi questo connubio tra la crescita della prima squadra con il potenziamento dell’attività giovanile.

“E’ semplice, senza una prima squadra di livello è difficile costruire un settore giovanile altrettanto valido. Ora invece vedono che al vertice della piramide c’è una squadra importante, una società seria e solida, degli addetti qualificati che seguono l’attività. Tutto questo ha contribuito alla nostra crescita globale”.

Il vostro settore giovanile è uno tra i più floridi dell’intera provincia di Verona. Come spiega quest’ascesa?

“Tutto è partito dall’annata 1992 che cominciò a vincere negli Allievi e negli Juniores. Come società dovevamo dar loro uno sbocco, e lì è iniziata la crescita del nostro vivaio. Ora le famiglie di Sant’Ambrogio non devono più portare i loro figli in altre società come il Castelnuovo, il Sona, ecc, hanno un settore giovanile valido a due passi da casa e scelgono noi. Tant’è che tantissimi giocatori dell’Ambrosiana sono di Sant’Ambrogio o di zone limitrofe, e questo è un motivo d’orgoglio”.

Il fiore all’occhiello?

“La Juniores Elite, un gruppo validissimo e molto affiatato, che ha in Campisi un grandissimo allenatore ma soprattutto un grandissimo esempio. Per me lui è il migliore per la categoria, sa come porsi coi ragazzi e come tirare fuori il meglio da loro”.

Veniamo al passato recente: perché, nonostante si fosse presentata la possibilità, avete scelto di ripartire comunque dalla Promozione dopo la retrocessione?

“Perché dovevamo contenere i costi, e soprattutto perché è il torneo adatto per far crescere i nostri giovani. In Eccellenza il gradino da scalare sarebbe stato troppo alto, in Promozione invece possono mettersi in mostra e crescere come stanno facendo ora. Al di là di quanto si vocifera da noi non esistono rimborsi esorbitanti, solo 8 su 20 ne percepiscono, e questo lo sottolineo”.

Valutiamo il cammino della squadra. Cosa piace dell’Ambrosiana capolista?

“La crescita complessiva della squadra sotto tutti i punti di vista – risponde Mattia Bergamaschi, diesse che ha accompagnato il presidente Pietropoli nella nostra redazione – siamo in linea con gli obiettivi e la strada intrapresa è quella giusta”.

Il pregio?

“L’abilità nel fraseggio, siamo veramente fortissimi sotto questo punto di vista”.

Il difetto?

“A volte giochiamo troppo la palla senza essere incisivi, dobbiamo migliorare. Poi dico la tendenza negativa a non chiudere le partite, dovremmo essere più cattivi anche se stiamo già vincendo”.

Il giocatore di spicco?

“Aldrighetti, è l’uomo simbolo dell’Ambrosiana, la squadra è costruita intorno a lui. E’ un professionista, non centra niente con queste categorie”.

Il giovane di prospettiva?

“Ne dico quattro: Farina, Assea, Filippini e Testi”.

Un giudizio sull’operato di Braulio.

“Ottimo, è nato per fare l’allenatore, non centra nulla con queste categorie, ha tutto per fare il salto, e gli auguro di riuscirci, se lo merita”.

Guardiamo al campionato: la concorrente più diretta?

“Due, San Martino e Benaco, ce la giocheremo con loro”.

La sorpresa e la delusione?

“Sorpresa direi Lugagnano, ma anche l’Alba. Delusione l’Oppeano, anche se con un mister come Marchi credo si riprenderanno”.

Il giocatore avversario che l’ha sorpresa?

“Mileto dello Zevio, veramente bravo”

Il giovane?

“Adili della Belfiorese, Bejar della Virtus e il loro portiere del ’95, molto validi”.

Concludiamo, direttore. Ambrosiana, obiettivo primato?

“Assolutamente sì, ma abbiamo due obiettivi. Il primo, che riguarda la squadra, è il salto di categoria. Il secondo, tutto della società, è quello di rimanere ai vertici, soprattutto a livello di settore giovanile”.

 

Riccardo Perandini