Il Vigasio imbriglia l’Hellas Verona: solo 0-1 al “Capone”

Il Vigasio imbriglia l’Hellas Verona: solo 0-1 al “Capone”

by 4 Gennaio 2016

Il Verona passa a Vigasio con un una sola rete di scarto. Bottino striminzito, esiguo, che fa riflettere. Delneri corruga la fronte, pensa positivo: non è stato, in fondo, un brutto Verona. Ma c’è parecchio da registrare. D’accordo che il Vigasio è capolista in Eccellenza, ma quattro categorie di differenza sono tante. Il passivo doveva essere maggiore, così come le occasioni da goal. Il Verona è manovriero, cerca la giocata, l’intesa tra i singoli non dispiace, ma fatica a pungere, a indovinare la mossa giusta, è prevedibile, talvolta scontato davanti.

Fino agli ultimi venti metri tutto bene: i reparti comunicano, la palla gira, il campo è coperto ovunque. Quando c’è da tirare in porta, però, lì iniziano i guai. Si vede la mano di Delneri, manca la mano…santa in area avversaria: vediamola così. Tanto lavoro, tanti ghirigori, tanti cross: poca, pochissima sostanza. Maragna, portiere del Vigasio, si sporca i guanti solo due volte nel primo tempo ed una soltanto nella ripresa: segnale inequivocabile che qualcosa va rivisto.

Certo, ci si è messa pure la sfortuna. Ma contro una formazione di dilettanti, per quanto organizzata, si può, anzi si deve fare di più. Bravo Maragna che ha fatto il suo, ma, a nostro avviso, avrebbe dovuto uscire dal campo con la casacca un pelo più sporca, un po’ segnata dai contatti col terreno per le parate, veramente poche. Capitolo cross: lo sfruttamento delle fasce laterali era ed è ancora una prerogativa del gioco delneriano. Il Verona pratica il dettato del tecnico di Aquileia: alza la diga, ci mette ritmo, lavora in mezzo e apre improvvisamente, sfruttando l’uno contro uno ai lati del campo e le sovrapposizioni. Fin lì, tutto bene. Di testa, però, davanti è giornata cupa. Tranne il goal di Pazzini, importante per l’attaccante, che, seppur, in amichevole, finalmente si sblocca, è giornata dura. La sensazione è questa: Toni e Pazzini non si discutono sul gioco aereo. Le palle che arrivano, però, sono, come dire, buttate dentro, gettate nella mischia. Poco precise, poco incisive, poco invitanti.

Questione più psicologica che tecnica. Non basta arrivare sul fondo e crossare: bisogna cercare il compagno. Un passo in più da compiere alla svelta. Per il resto, grande Vigasio. Questo va sottolineato. La truppa di Facci si difende con ordine, evita di barricarsi, evita le entratacce, con la sola organizzazione mette in seria difficoltà il Verona e prova pure a pungere. La prima occasione, infatti, nel primo tempo, è tutta locale: Filippini e Guccione duettano sul fondo, numero su Bianchetti, botta di sinistro dritta sul primo palo. Gollini, ben piazzato, para con lo stinco.

Per Facci, segnali importanti. Come a dire: al primato non ci si vuol troppo pensare, ma là davanti non ci si è arrivati per caso. E’ stato un gran bel Vigasio: pulito, preciso, sempre pronto a giocar la palla, anche con un avversario della massima serie.

Il riassunto della gara vive nel suo commento: il Verona manovra ma non punge, bacia i legni tre volte (due da posizione complicata, Maragna era prontissimo) il Vigasio giostra i giocatori (come l’Hellas), ma il prodotto non cambia. Resta la rete di Pazzini che decide la partita. Sempre una rete, sempre una vittoria. Il Verona se la tiene stretta, se non per la trasferta di Torino, sulla carta proibitiva, almeno dalla prossima gara in casa. Allora sì che inizierà davvero la risalita.