Hellas Monteforte, una parabola che tende verso il cielo. E ora arriva il bello

Hellas Monteforte, una parabola che tende verso il cielo. E ora arriva il bello

by 29 Marzo 2013

Ancora sei bracciate. Manca poco all’Hellas Monteforte, per raggiungere la redenzione. La vittoria della Prima Categoria è vicinissima. Un risultato storico, per il sodalizio presieduto da Claudio Fattori. Figlio dell’ambizione, di programmi sempre chiari, di una voglia di vincere che ha stupito tutti. Fosse promozione anche stavolta, sarebbe la terza in otto anni. Quasi una media di un salto di categoria a biennio. Niente male, coi tempi che corrono. Mentre l’Italia intera fatica a sbarcare il lunario, l’Hellas non conosce parole come crisi, secche, tempi duri. Il crescendo rossiniano continua imperterrito, e ora anche la Promozione, distantissima agli albori della società, pare vicina, pronta ad accogliere la corazzata di Mantovani. Nella sede sociale, all’inizio del paese, si respira ottimismo misto a cautela, come non potrebbe essere altrimenti. La triade composta dal presidente Fattori, dal direttore sportivo Bolla e dal direttore generale Facchin non si scompone. L’obiettivo è chiaro per tutti: su questo non ci sono dubbi. Alle parole però, devono seguire i fatti: il diktat è chiaro. Spiega così la situazione montefortiana, il presidente Fattori:

“La crescita della società mi riempie d’orgoglio. Perchè avvenga abbiamo fatto tante battaglie, ma siamo usciti vincitori, e ora chi fa parte della nostra società non ha nulla di cui lamentarsi. Ci sono basi solide, ruoli definiti, un bel settore giovanile e una prima squadra che viaggia forte. Vogliamo crescere ancora, i numeri e i presupposti ci sono”.

Parliamo del campionato attuale. Avete allestito un’autentica corazzata: primato legittimo?

“Credo di sì, le altre erano partite forte, ma poi hanno avuto un calo fisiologico. Noi abbiamo superato tutti i problemi interni, e alla fine l’armonia del gruppo si è tradotta in grandi prestazioni che ci hanno portato dove siamo ora”.

A quali problemi si riferisce?

“Sono cose personali, non le riferirò. La società si è posta tra i giocatori e si è adoperata per risolvere tutto, e ora ogni casella è al suo posto”.

Diesse Bolla, qual è il punto di forza dell’Hellas capolista?

“Al di là dei nomi dico il gruppo, che ora è veramente unito. In queste categorie è fondamentale: c’è poco da fare. Serve gente che venga al campo con lo spirito giusto, che si aiuti, scherzi insieme quand’è ora, si voglia bene. Il messaggio è stato percepito dai ragazzi, e ora lo spogliatoio fa la differenza, finalmente”.

Dovessimo individuare la pecca, cosa direbbe?

“Che ci sia o non ci sia spetta all’allenatore dirlo. Comunque non dico nulla, non voglio avvantaggiare gli avversari”.

In due settimane si decide il campionato. Prima l’Aurora, poi il Santo Stefano. Chi teme di più?

“Pensando all’andata direi il Santo Stefano. Ma se faccio una valutazione complessiva del ritorno, l’Aurora è la squadra più forte del girone, perciò dico Aurora”.

Guardiamo la classifica: sorpresa e delusione?

“Sorpresa nessuna, delusione il Tregnago, mi aspettavo di più. Ma attenzione, per me si salveranno, occhio alle mie parole”.

Chi gioca il miglior calcio?

“Il Santo Stefano, non c’è dubbio”.

L’avversario più forte?

“Nicolò Sartori del Santo Stefano, un centrocampista veramente fortissimo, mi ha impressionato”.

Concludiamo. Cosa servirà, a suo avviso, per rimanere al vertice fino alla fine?

“Una sola parola: tranquillità. Se non ci faremo prendere la mano, vinceremo. Serve armonia, non deve cambiare nulla. Il nostro ritorno è stato più che soddisfacente, abbiamo più punti dell’andata. Continuiamo così, poi lasciamo che sia il campo a parlare”.