Guardini: adesso parlo io

Guardini: adesso parlo io

by 21 Giugno 2010

Diciotto mesi di squalifica. La storia è nota. La Commissione Disciplinare Nazionale ha inflitto l’inibizione al presidente Giovanni Guardini per presunte irregolarità al momento dell’accettazione delle iscrizioni delle società per la stagione sportiva in corso. Oggi Guardini vuole raccontare la sua verità. "Vorrei partire dai primi tre capi d’accusa che mi sono stati contestati. Il primo: avere indotto il Consiglio direttivo nella riunione del 29 luglio ad ammettere alcune società non in regola con i pagamenti. Dunque, il comunicato ‘numero uno’ del 1 luglio 2009 recita che il Consiglio direttivo procederà al completamento degli organici unicamente sulla base dei riscontri effettuati dall’ufficio di contabilità. Per cui deputato a fare il controllo era il suddetto ufficio. I dipendenti dell’ufficio hanno dichiarato alla Commissione Disciplinare che essendo rientrati dalle ferie il 27 luglio si sono limitati a verificare che fossero stati effettuati i pagamenti, scaricandoli dal servizio home banking. E fa fede la data di accreditamento e non di versamento. Questo a fronte di sole due società a conoscenza diretta del presidente, Mestrina e Union Aurora Cavalponica, che mi hanno direttamente contattato fuori dai termini. Dunque, per il Consiglio direttivo tutte le altre erano, a detta dell’ufficio contabilità, a posto".

Guardini passa al secondo capo d’accusa: "Mi si contesta di aver esercitato pressioni dirette e ambientali nei confronti di tre dipendenti. Carte alla mano, i dipendenti dichiarano alla Commissione di non aver mai subito da me nessun tipo di minacce o pressioni. Conclude la commissione disciplinare "per altro pur avendo riferito i testi che l’unico ad avere esercitato materialmente forme di particolare pressione nei loro confronti è stato il segretario, risulta che questi non può aver agito da solo ma che vi è stato un sodalizio con il Guardini. A titolo esemplificativo e non esaustivo le pressioni sarebbero state esercitate presso i locali del Comitato Regionale Veneto, pertanto non potevano non essere percepite dal presidente Guardini". Si arriva al terzo e ultimo capo di accusa. "Sono stato accusato con il segretario Pozzi per aver redatto il verbale della riunione del 29 luglio precedentemente alla decisione del Consiglio direttivo. Tutti i consiglieri interrogati dalla Procura hanno affermato che normalmente il verbale viene approvato nella successiva riunione del consiglio. Quindi, regolare. E neanche i consiglieri pertanto sono stati creduti dalla Commissione". La riflessione finale: "Forse ha dato fastidio a qualcuno il lavoro fatto in questi 5 anni, che ha portato all’acquisto delle sedi regionali e provinciali, unico caso in Italia, senza mai aumentare le tasse di iscrizione. Inoltre abbiamo intrattenuto rapporti straordinari con il settore giovanile scolastico e l’Aia regionale, sempre nel rispetto dei ruoli, e abbiamo fatto una serie di regole chiare e trasparenti per accedere alle categorie giovanili. Ci tenevo a parlare per il rispetto di tutte quelle persone che comunque mi stimano e mi hanno dato fiducia in questi anni".