Ghirigato-Scaligera, matrimonio felice: “Impariamo ad osare: meritiamo questa classifica”

Ghirigato-Scaligera, matrimonio felice: “Impariamo ad osare: meritiamo questa classifica”

by 17 Febbraio 2016

Un matrimonio felice, azzeccato più che mai. Non c’è espressione più opportuna per incasellare, in un’istantanea, l’abbraccio avvenuto, il fatidico ‘sì’ tra Alessandro Ghirigato e la Scaligera. Il metodista è tornato a casa. L’hanno convinto ad imboccare la via del ritorno. Isola lo vuole profeta in patria: è un anno aureo, serve il suo lume perchè la fiaccola arda, anche con le intemperie. Serve pure un decano, un simbolo che la imbracci lungo le rotte del campionato.

‘Ghiri’ non si è tirato indietro. Chiusa l’esperienza al SanguinettoVenera ha accettato di buon grado la proposta della Scaligera. Ci ha messo poco ad inserirsi: da quando c’è lui in mezzo al campo, la classifica si è fatta ancor più sorridente. Motivo per cui Alessandro, ora, in un bacio del destino ci crede davvero.

“Sono sincero – esordisce – quando sono arrivato ho trovato una società rara nel veronese. Si sta benissimo qui. Non so se il mio ritorno sarà per sempre, ma non ci penso. Il gruppo è ottimo e non siamo là per caso. Dobbiamo imparare ad osare”.

Ghirigato un po’ si espone. Il suo non è un proclama, ma una piccola arringa, magari velata, quello sì. Il piatto è troppo ghiotto per lasciarlo ad altri. Il secondo posto è meritato: il tempo scorre e la permanenza nel salotto nobile del girone è rimasta costante. Ormai nascondersi è affar impossibile, forse pure inopportuno.

“Quando c’è una società che ti segue – prosegue – un gruppo come il nostro e un tecnico come Marocchio, è giusto darsi un obiettivo e provare a raggiungerlo. Mi permetto di spendere una parola per Marocchio: di allenatori ne ho avuti tanti, ma lui è uno di quelli che mi è piaciuto subito. In giro ci sono tanti calciofili, come li chiamo io, che pensano di aver inventato il calcio. Simone invece è schietto, diretto, dice in faccia quello che pensa senza peli sulla lingua; fa della semplicità l’ingrediente principale del suo calcio e per questo è da ammirare. E’ un grande interprete della categoria”.

Uomo d’ordine, tempista e dal piede educato, Ghirigato gioca a carte scoperte: nel suo piccolo, cova un desiderio difficile da nascondere.

“Ormai siamo lì e per salire dobbiamo crederci – conclude – Isola merita di tornare in categorie che meglio si addicono al passato del calcio paesano. Io, poi, se salissi raggiungerei la sesta promozione: un obiettivo che mi piacerebbe raggiungere, soprattutto perchè, con la maglia della squadra del paese, avrebbe un sapore del tutto particolare”.