Di nuovo fermi. S’alza un coro di proteste per l’orario del recupero

Di nuovo fermi. S’alza un coro di proteste per l’orario del recupero

by 3 Febbraio 2014

Due pesi e due misure. A distanza di due settimane, la seconda sospensione dei campionati scatena qualche polemica in più. Stavolta, i motivi non mancano. Se quindici giorni fa, tranne pochi casi, erano tutti concordi, ora a storcere il naso sono in molti di più.

Premesso che ogni decisione avrebbe diviso comunque il popolo dei dilettanti, non si capisce il motivo per cui questa seconda battuta d’arresto vada recuperata subito, con i campi nelle stesse condizioni (disastrate per la pioggia), e per di più alle tre del pomeriggio, orario in cui praticamente tutti i giocatori lavorano.

Già il momento è quello che è, se poi si aggiungono richieste di ferie e permessi per andare a giocare a pallone, si scende nell’incomprensibile. Sì, perchè una logica, in una scelta del genere, è difficile da intravedere. Se il motivo addotto è “garantire la regolarità dei campionati”, com’è stato dichiarato dai vertici federali, dov’è la regolarità nel giocare partite con formazioni completamente sfalsate, e non potrebbe essere altrimenti, per giunta su campi dove magari non c’è l’impianto di illuminazione, o ne esiste uno debole, appena sufficiente per gli allenamenti.

Se si volevano creare problemi e malumori, la strada intrapresa è quella giusta. Va detto che l’orario delle partite può essere modificato: basta accordarsi e si gioca di sera. In quanti però, ripetiamo, hanno un impianto idoneo? Ma soprattutto, con le precipitazioni previste, che differenza c’è nel non giocare domenica per farlo tre giorni dopo, sempre sotto una probabilissima pioggia battente.

Fare marcia indietro è impossibile, ma pazienza. La situazione sfavorevole, dia uno stimolo positivo, lasciamo perdere le negatività di questa decisione: che sia ora di interpellare le società prima di prendere qualsiasi decisione? Ai posteri l’ardua sentenza.