DERBY/ La Virtus mette la freccia, Cerea scornato.

DERBY/ La Virtus mette la freccia, Cerea scornato.

by 8 Settembre 2012

 Cuore Virtus. Va ai rossoblù, il primo derby di stagione tra le veronesi di Serie D. Un successo meritato, convincente, che premia le idee e la freschezza dell’undici di Fresco. Tre punti figli di un impianto di gioco oliato, della tenacia e dell’intelligenza di chi ha saputo cercare il risultato sforzandosi di mettere in pratica la propria filosofia: fraseggio corto, palla bassa, tanti movimenti alla ricerca degli spazi. Qualche errore c’è stato, certo. Ma la Virtus di oggi ha saputo mantenere la propria fisionomia per tutto l’arco della gara, mostrandosi propositiva anche sotto di una rete. I goal della rimonta, giunti nel finale, sono la perfetta fotografia dell’anima di un gruppo bravo a non mollare nemmeno nei momenti di difficoltà. Delude, invece, il Cerea di Boron. Le basi ci sono, l’ossatura e la solidità dello zoccolo duro pure. Manca però un collante tra i reparti, non si intravede un’idea di gioco e troppi solisti rallentano la manovra, talvolta sporcata da errori grossolani. Avrà di che lavorare, il tecnico del “Piccolo Toro”: il tempo c’è tutto, e il cuore al Cerea non manca di certo.

LA CRONACA:

La Virtus parte forte: passano solo 5’ e il “Gavagnin” grida al goal. Angolo di Lallo, Rizzi stacca più in alto di tutti ma la sua incornata si stampa sulla traversa. Al 13’ risponde il Cerea: Filippini pesca Garzon che prova la botta dalla distanza, fuori di un nulla. Al 20’ si scalda Nalini: dai suoi piedi parte una punizione velenosa, ma è bravissimo Tosato a togliere la sfera dall’incroci. L’undici di Fresco regge il pallino del gioco, le trame si infittiscono sulla trequarti ma è una supremazia sterile, figlia di una circolazione troppo lenta. Il Cerea contiene così l’offensiva avversaria con relativa calma, ma davanti Filippini è lasciato al suo destino, e non si contano occasioni da goal. Non succede più nulla fino al duplice fischio dell’arbitro.

Nella ripresa la Virtus alza il ritmo: al 12’ la combinazione Oviahoh-Odogwu consente a quest’ultimo di impattare da due passi, ma la mira è imprecisa e la sfera vola alle stelle. Al 24’, il colpo di scena: Peroni affossa Molinari al limite dell’area, l’arbitro ravvisa l’irregolarità e fischia la punizione. Sul punto di battuta va Testini: la botta è tesa sul primo palo, De Martino, ingannato, rinuncia anche al tuffo: è goal. La Virtus però non ci sta, e soli 60’’ dopo Lechtaler vede sfuggire il pareggio per mano di un provvidenziale recupero di Bonfà. Al 41’, giunge l’insperato pareggio: l’azione è dubbia, Angelico è a terra ma l’arbitro fa cenno di proseguire. Santuari guizza tra le linee e pesca Speziale che prova a servire Odogwu: la palla carambola sui piedi dei difensori e giunge comunque allo stesso Odogwu, il quale insacca con un preciso diagonale. Negli ultimi cinque minuti più recupero, si scatena il Mensah-show, appena entrato: al 42’ crossa per Speziale liberissimo a centro area, la botta volante fa gridare al goal ma esce di un nulla. Al 44’ salta l’intera difesa granata ma in area non c’è nessuno pronto all’appuntamento con il goal. Al 45’ Oviahoh prova a ripetere la punizione vincente di Testini: Tosato s’accartoccia ma sbaglia la presa, la palla carambola in area ma Bonfà spazza. Al 50’, all’ultimo dei minuti di recupero, la Virtus passa: una veloce combinazione volante consente a Speziale di entrare in area in indisturbato. L’attaccante smorza di petto nello stretto e esplode un sinistro volante: la palla sbatte sui difensori ceretani e carambola in rete: è goal.  Non c’è più tempo per ripartire, il “Gavagnin” esplode di gioia, prorompendo in un fragoroso applauso che premia gli sforzi e la tenacia dell’undici di Fresco. Finisce così, 2-1 per i rossoblù che continuano la striscia positiva intrapresa domenica scorsa e in Coppa Italia.

Riccardo Perandini