Dell’Anna, un funambolo guizza per il “Tizian”. E il ricordo vola a Cremona: “Bei tempi quando mi allenavo con Zanchetta”

Dell’Anna, un funambolo guizza per il “Tizian”. E il ricordo vola a Cremona: “Bei tempi quando mi allenavo con Zanchetta”

by 3 Aprile 2013

Maestria, velocità, dribbling nello stretto. Movenze eleganti, passo fulmineo, testa sempre alta. Col destro o col sinistro, non fa differenza: la palla la doma, la addomestica, la accarezza, la sventaglia, la picchia a seconda delle esigenze. Lui è Thomas Dell’Anna, il nome nuovo che avanza dalle parti di San Bonifacio. Fantasista dal piede felice e i modi gentili, pacati, Dell’Anna alla Sambonifacese sta rincorrendo la personale consacrazione. L’ex Cremonese, classe 1993, è uno dei giovani più interessanti della truppa a disposizione di Stefano De Agostini, rientrato alla base proprio in queste ore. Il suo passato è tutto a tinte grigiorosse, i colori della Cremonese, la squadra con cui ha compiuto l’intera trafila delle giovanili, fino all’approdo in Prima Squadra, in Lega Pro, uno dei momenti più intensi della sua carriera. Il ricordo è ancora vivo: il professionismo visto da vicino, l’ambiente dei “grandi”, gente da Serie A come Zanchetta vicini di spogliatoio. E riportarlo in superficie, spiega Thomas, è assolutamente un piacere:

“Per me la Cremonese è stata il calcio, nella sua totalità, fino a questo momento. Ho sempre giocato lì, e lì ho le mie radici, tutti i miei ricordi, i miei amici. Con quella maglia ho vissuto la mia intera giovinezza calcistica”.

Com’era l’ambiente grigiorosso?

“Bello, in tutti noi c’era la capacità di stare concentrati quando serviva, mentre nei momenti liberi tutti erano pronti a far la battuta, a scherzare, a passare del tempo assieme. Un clima familiare che mi è rimasto dentro”.

Come avrei potuto constatare invece, il mondo delle prime squadre è tutt’altra cosa.

“Esatto, a Cremona richiedevano il massimo impegno, dato quello nessuno ti diceva più niente. In prima squadra no, ti giochi qualcosa, conta il risultato. Cambia tutto, e cambia anche il modo in cui si vive il calcio”.

Come valuti il tuo passaggio tra gli adulti, dopo una vita nelle giovanili?

“Positivo, soprattutto perchè sono stato a contatto con persone che mi hanno fatto sentire a mio agio, sia a Cremona quando ero in ritiro coi professionisti, sia ora a San Bonifacio, penso di essermi adattato”.

Mondo Sambo: sei al tuo primo anno. Arrivi nell’annata di una ambiziosissima rivoluzione targata Lodi. Come ti trovi?

“Benissimo, sotto tutti i punti di vista. Frequento l’ultimo anno dell’Istituto tecnico Informatico a due passi dal campo, concilio bene il calcio con la scuola, coi compagni vado d’accordo e ho un bel rapporto anche col mister. Un’esperienza positiva, non c’è dubbio”.

Il giocatore che ti ha sorpreso di più?

“Due su tutti, Dal Dosso e Ferrarese, sono di un’altra categoria”.

Il giovane invece?

“Direi tutti, non mi è mai capitato di giocare con coetanei così forti, sono sincero”.

Uno sguardo al campionato: l’avversaria più temibile in chiave promozione?

“Il Delta Porto Tolle, ma se devo dire la squadra che mi ha impressionato di più dico il Pordenone”.

Concludiamo, Thomas. Avete appena cambiato allenatore, anche se di cambio vero e proprio non si tratta. De Agostini in sella, Migliorini vice. La Sambo prova l’assalto finale per il primato, cosa servirà a tuo avviso per finire in testa alla classifica?

“Vincerle tutte, costi quello che costi. Serve continuità, e che magari le concorrenti perdano qualche punto per strada. Noi ci crediamo, già da domenica proveremo a riprenderci il primo posto”.