Dal campo alla scrivania. La nuova vita di Diego Campedelli

Dal campo alla scrivania. La nuova vita di Diego Campedelli

by 7 Ottobre 2013

Dal campo alla scrivania. Decisione drastica, ma voluta fortemente. Tabula rasa con il passato: cambia completamente la rotta da seguire. Stop alle domeniche vissute da protagonista sul rettangolo verde. Gli scarpini non servono più, i panni del regista restano nell’armadio.

Ha cambiato vita, Diego Campedelli. L’ex numero dieci del Real Vigasio è entrato nella stanza dei bottoni della Virtus Vecomp. Il suo ruolo è il vice direttore generale. La spalla destra di Mirko Zatachetto, per capirsi. Come la Virtus freschiana anche lui vive per il primo anno il salto dai dilettanti al professionismo. L’entusiasmo però, non manca. Così come la voglia di mettersi a disposizione, di imparare, di provare a rendersi utile alla causa. L’impatto è stato eccellente.

“Mi trovo molto bene – commenta Diego – l’ambiente Virtus ha veramente qualcosa di speciale. La competenza è massima in tutti i settori ma il clima è cordiale, c’è quell’atmosfera familiare che ti fa sentire sempre a casa. E poi Gigi Fresco è una grande persona, è una certezza per tutti”.

Cambio di rotta improvviso per te. Motivo della scelta?

“Conosco Gigi da molti anni e ci lega un bel rapporto d’amicizia. Già qualche tempo fa mi aveva chiesto di entrare a far parte della Virtus come dirigente, ma io avevo ancora voglia di giocare. Adesso è arrivato il momento giusto, ho deciso di smettere e sono contentissimo di esser entrato a far parte della Virtus”.

Che impressione hai avuto dalla creatura freschiana?

“Ottima, perchè la Virtus è un movimento per permettere a tutti di fare sport. Erroneamente, la gente non molto informata può pensare che ci sia solo il calcio, che esista la Vecomp e basta. Ma il mondo Virtus è quasi un piccolo paese: ci sono mille iscritti. E tutti fanno capo ad un’unica sede. E’ un movimento enorme, seguito con la stessa professionalità in tutte le sue articolazioni. Per questo mi ha stupito”.

Spiegaci il tuo nuovo ruolo alla Virtus.

“Aiuto Zatachetto nel suo lavoro, anche se, va detto, qui in Virtus ognuno ha un ruolo preciso, ma tutti fanno sempre qualcosa in più, e anche io mi sono inserito nell’ambiente in quest’ottica. Rispetto ai dilettanti a livello burocratico il professionismo è un altro mondo: c’è molto più lavoro da sbrigare a livello dirigenziale. Mi trovo benissimo però, e per questo ringrazio Mirko e chi collabora con noi per quello che mi stanno permettendo di vivere e di imparare”.

Un giudizio sul calcio giocato. Che impressione ti dà questa Virtus al primo anno di professionismo?

“Ho buone sensazioni, la squadra c’è, il livello è ottimo e penso che possiamo lottare per la permanenza in categoria. Certo, sarà durissima, con nove retrocessioni diventa difficile, per non dire impossibile, fare dei calcoli”.

Il giocatore simbolo?

“Allegrini, non ci sono dubbi”.

Il giovane da seguire?

“Tutti, da Peroni a Mazzetto, da Mensah a Odogwu, per finire a Santuari. Sono tutti bravissimi”.

Concludiamo, Diego. Ieri grande successo a Forlì: ora la classifica sorride. Cosa servirà per restare tra le prime nove?

“Concentrazione assoluta, sotto tutti i punti di vista. Se saremo pronti mentalmente non ci troveremo impreparati nelle situazioni critiche. Confido in questo gruppo, tutti vogliamo la salvezza. Possiamo farcela”.

Note: nella foto, Diego Campedelli, a sinistra, con il presidente del Real Vigasio Davide Mosele, ora direttore generale del Vigasio d’Eccellenza, in una foto d’archivio dell’anno scorso, risalente ad un’intervista nella nostra redazione.