Concordia, ora non ti puoi più nascondere. La parola al tecnico Menegotti

Concordia, ora non ti puoi più nascondere. La parola al tecnico Menegotti

by 20 Marzo 2013

Il viaggio a fari spenti è finito, per il Concordia. La lieta sorpresa del girone A di Prima Categoria è ormai una realtà consolidata, figlia di una continuità trovata sul campo dopo un inizio balbettante. L’undici biancoviola da diverse giornate si è insediato in pianta stabile in zona play-off. All’ombra dell’istituto Salesiano si respira un clima nuovo, un’aria più frizzante, ambiziosa. Nell’animo di Masetti e compagni c’è la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante: nessuno si aspettava un Concordia così. Ma analizziamone il cammino: c’è un grande lavoro d’insieme, alla base del successo dei borgo-milanesi. Come più volte ripetuto dagli addetti ai lavori, gran merito va al tecnico Menegotti, bravissimo a costruire in breve tempo uno spogliatoio da grandi numeri, nonostante il mercato estivo gli avesse consegnato tra le mani un gruppo rinnovatissimo. Il resto l’hanno fatto la bontà di una società sempre presente e la maturità di un gruppo che ha fatto della propria coesione l’arma vincente. La conditio sine qua non del Concordia è una sola: partecipazione. Tutti utili, nessuno indispensabile. Intercambiabilità è la parola d’ordine. E i risultati, numeri alla mano, sono tutt’altro che figli del caso.

Mostra un giustificato ottimismo, l’allenatore Marzio Menegotti, chiamato ad analizzare il cammino dei suoi:

“Siamo soddisfatti, probabilmente abbiamo fatto qualcosa in più di ciò che ci aspettavamo. Ma faccio una premessa: i complimenti fanno piacere, ma non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo, che sono i 40 punti. Arriviamoci, poi ci comporteremo di conseguenza”.

Facciamo un’analisi: partenza balbettante, ritorno scoppiettante. Come giustifica questo exploit?

“A tutto c’è una spiegazione. Nel girone d’andata abbiamo dovuto far fronte ad innumerevoli infortuni, la squadra non ha avuto modo di giocare assieme, di trovare sul campo la propria identità. Ogni volta cambiavano gli interpreti, e per una squadra rinnovata come la nostra gli infortuni hanno pesato molto. Poi però, rientrati tutti gli effettivi, la nostra cultura del lavoro, e il nostro atteggiamento hanno fatto la differenza. Ho chiesto di provare a giocare la palla, i ragazzi hanno recepito il messaggio e alla fine la scelta ha dato risposte confortanti”.

Qual è il punto di forza di questo Concordia?

“Il livello della rosa, che è praticamente uguale per tutti i suoi componenti. Chiunque entra dà il suo contributo, e questo ha fatto la differenza”.

La nota dolente invece?

“Un problema mentale, per il quale a volte andiamo in campo non con lo spirito giusto. Non è tanto un problema di concentazione, quanto di ambizione, di mentalità vincente. A qualcuno di noi manca la mentalità vincente, e purtroppo qualche scivolone capita”.

Facciamo qualche nome: chi emerge dei diciannove?

“Dovrei dirteli tutti, nessuno è indispensabile, sono tutti utili alla causa. Se proprio devo scegliere, dico Pauro, che ora è fuori per infortunio, ma nella prima parte di stagione ha fatto benissimo. E poi Filippini, che è la sorpresa: non mi aspettavo un rendimento così buono da lui, gli faccio i miei complimenti”.

Concludiamo, mister. Dove indirizzerà le proprie energie il Concordia, per mantenersi nel treno che conta?

“Nel lavoro settimanale, che ha sempre pagato. Poi dico a livello psicologico, la svolta serve lì. Chiederò ai ragazzi maggiore convinzione, più fame, più voglia di arrivare. Ormai ci siamo, non possiamo buttar via tutto sul più bello. Comunque sono fiducioso, non abbiamo assilli e cercheremo di fare un finale all’altezza”.