Capitolo allenatori: meglio i gestori o gli amanti del dettaglio? Riflessione su uno degli argomenti di discussione più in voga negli ultimi tempi

Capitolo allenatori: meglio i gestori o gli amanti del dettaglio? Riflessione su uno degli argomenti di discussione più in voga negli ultimi tempi

by 2 Maggio 2014

Da tempo si discute su come debba essere, in linea di massima, il profilo dell’allenatore ideale per una squadra dilettantistica. Il dibattito è aperto e la questione alquanto ampia, curiosa e talvolta controversa. Armiamoci di buonsenso, e proviamo a ragionare.

Partiamo da un presupposto: qualsiasi forma di apriorismo è inopportuna. Spieghiamoci meglio: è bene avere un’idea e difenderla, ma imporla ad oltranza è insensato e controproducente. Da qui una domanda sorge spontanea: meglio un gestore o un amante del dettaglio? Facile pensare che, ricordando come la verità si nasconda sempre nel mezzo, ci voglia una figura che rappresenti un po’ l’una e un po’ l’altra sponda. Ma non scivoliamo nella faciloneria: addentriamoci nella questione. Il motivo della domanda è il seguente: fino a quanto può arrivare la pretesa, o la richiesta, chiamiamola così, di un allenatore?

Anche su questo argomento, si sentono le argomentazioni più disparate: dipende dalla categoria, dipende dai giocatori, dipende dalle strutture. Ovvio: tutto dipende da tutto. Ma c’è chi sostiene che ogni dettaglio, in campo dilettantistico, sia relativo. Siete d’accordo? Rincariamo la dose: c’è chi ha vinto campionati cercando ‘solo’ di far divertire la truppa, fare nomi non serve. Un caso o un modello? Dare una risposta univoca è difficile.

Ma attenzione: altra domanda. E’ possibile insegnare calcio nelle prime squadre? Il popolo dei calciofili si divide: fidatevi, abbiamo posto la stessa domanda a molti e le risposte sono state le più disparate. C’è chi sostiene che il pensiero positivo fa la differenza, e che dunque il miglioramento, quando è voluto e ricercato, è sempre possibile. Dall’altra sponda invece ribattono che, giunti a una certa età, di norma sopra i 25 anni, certi gesti tecnici non si imparano più, così come un certo tipo di calcio non è più insegnabile e dunque non è praticabile. Contano la forma fisica, la bontà del gruppo, ma soprattutto le motivazioni. C’è chi sostiene che la motivazione è tutto: quando c’è quella, il resto diventa fumo, solo fumo. Opinione riduttiva? Può darsi, ma è scritto nella storia che i ‘motivatori’ hanno raccolto copiosi successi. Sono loro i veri cultori del dilettantismo? Da che parte state? Fatecelo sapere, l’argomento è interessante.

Rincariamo: ragioniamo su un luogo comune. E’ l’allenatore che fa la squadra, o la squadra che fa l’allenatore? Molti, statisticamente parlando, propendono per la seconda ipotesi. E allora dov’è la fantomatica ‘mano’ dell’allenatore? E quanto conta l’umore dei giocatori per far sì che un modello di sedute diventi accettato o meno? O ancora: quanto, in un mondo imperfetto per natura, la cura delle sedute può far la differenza? Se vi riportassimo le tante risposte ricevute nelle centinaia di interviste fatte in questi anni, notereste che il popolo dei mister di casa nostra, come quello dei giocatori e degli appassionati, sulla questione si divide come pochi. Voi come la pensate? Diteci la vostra, approfondiremo la questione.

Attendiamo la vostra risposta, buon finale di stagione a tutti.

Riccardo Perandini

Direttore Editoriale Calcio Dilettante Veronese

mail: riccardo.perandini@libero.it