Capitan Borgatti lascia l’Aurora per il Sitland. E’ l’ora dei saluti: “Cinque anni stupendi”

Capitan Borgatti lascia l’Aurora per il Sitland. E’ l’ora dei saluti: “Cinque anni stupendi”

by 2 Dicembre 2016

Una lacrima ed un sorriso. E’ una gioia nostalgica, quella che accompagna Alessandro Borgatti al passo d’addio, o d’arrivederci, con l’Aurora Cavalponica. Lascerà i colori che ha difeso anche coi galloni di capitano cuciti addosso per il bianconero del Sitland Rivereel, compagine vicentina del comune di Barbarano Vic.no. Un pezzo di cuore, inutile dirlo, resterà a Veronella: Borgatti è e resterà l’unico ad aver segnato in tre categorie diverse con la stessa maglia gialloblù e ad aver vissuto da protagonista l’ascesa alla Promozione dalla Seconda.

Il suo è stato un lento, progressivo fiorire: dall’esplosione di quel talentino dal docile tocco mancino, un po’ di tempo è passato. Se ne parlava gran bene e non a torto. In breve, Borgatti da talentino è diventato figura sempre più affidabile, perno dell’attacco di un’Aurora sempre più splendente. Fino all’esserne indiscusso capitano. Siamo ai titoli di coda di un’avventura con pochi eguali nel dilettantismo, ma è comunque, come ricorda Alessandro, un lieto fine.

“Indosserò il bianconero e da juventino per me la cosa ha valore doppio – commenta – avevo bisogno di nuovi stimoli, il Sitland mi ha accolto in modo strepitoso, ragion per cui ringrazio lo staff, la società e i miei nuovi compagni. Sono felicissimo della scelta e spero di contribuire alle gioie della mia nuova squadra. L’Aurora resterà sempre nel cuore: è quasi scontato dirlo. Ho passato cinque anni bellissimi, qui ho vinto, ho gioito, sono cresciuto con i miei compagni e grazie a loro. Tanti restano degli esempi e degli amici: Cantachin, Portinari, Oliboni, Sartori, Colognese, Pimazzoni, per dirne alcuni. Ottimi giocatori e amici veri dentro e fuori dal campo. Si chiude un ciclo, i rapporti, invece, quelli rimarranno solidissimi. Era giusto cambiare, ma non posso partire senza ringraziare chiunque abbia condiviso per me parte del mio percorso. Cinque anni sono tanti, d’altronde”.