Caos calmo: ecco cos’è, l’estate calcistica

Caos calmo: ecco cos’è, l’estate calcistica

by 20 Luglio 2013

L’estate calcistica è caos calmo. Sotto tutti i punti di vista, in una curiosa e fascinosa tiritera che cambia poco ma non stanca mai. Dubbi e ambizioni s’inerpicano lungo piani e progetti, l’incertezza è l’unico, imprescindibile filo conduttore, nonostante non manchi chi, ogni anno, cerchi di far passare il messaggio che non è così.

Negare l’esistenza del caos calmo estivo è pressochè impossibile. E’ lo stucco della stagione più bella dell’anno, dove tutti, indistintamente, hanno il diritto di immaginare un anno sportivo migliore. Perchè l’estate calcistica è come un Capodanno lungo tre mesi: tempo di auguri, strette di mano, auspici, prospettive, buoni propositi e una spruzzata d’autoironia, che non può e non deve mancare. Perchè tutti, nel nostro piccolo, siamo tanti Leopardi saliti sull’ermo colle del meritato riposo, dietro ad una siepe. Quella siepe è l’attesa: al di là della stessa c’è l’infinito, come poetava l’autore recanatese.

Per novanta giorni classifiche, rose e statistiche vanno in soffitta: c’è il terzino che sogna cavalleresche sgroppate, il regista che immagina traiettorie e prova, col pensiero, a non sbagliare nemmeno un passaggio. C’è l’attaccante che vive per il goal anche quando non gioca, il portiere che vola col pensiero, sperando di fare altrettanto una volta tra i pali. Nel caos calmo estivo c’è spazio per tutto questo, perchè anche i dilettanti, imperfetti per natura, hanno una tensione alla perfezione.

In tempo di raduni e presentazioni, primi giri di campo e prime fatiche pedatorie, tutti, per una volta, confidano nella forza della novità, augurandosi che quella speranza corrobori i loro animi fino al maggio dell’anno successivo. Alcuni vedono la preparazione come un momento sacro: guai distrarli. Altri ci ridono su, ben sapendo che, una volta trovati gli equilibri, snaturarli sarà difficile, alla faccia del fascino dell’ignoto. Altri ancora non ci pensano nemmeno, e corrono, corrono, corrono. Con genuina incoscienza, verso l’assoluto, come idealisti vestiti con calzoncini e bullonate.

La medesima poesia è concessa agli allenatori, che sognano, sotto il calore cocente del solleone, di essere accettati e rispettati, apprezzati e un po’ temuti. Nei loro pensieri sfrecciano sprazzi di retorica degna del miglior Cicerone, tant’è, a volte, la sincera volontà di costruire, di far partire qualcosa di nuovo e concreto, figlio del sapiente lavoro delle loro mani.

Il mondo del calcio visto tra le dinamiche del caos calmo è quanto di più umano e più bello si possa ammirare, dove chiunque, indistintamente, a prescindere dalla categoria, si palesa per ciò che è: un uomo, coi suoi dubbi e le sue aspirazioni, le sue certezze e le sue maschere. Chi si perde avrà modo di ritrovarsi, facendo tesoro dei propri errori. Ma chi esce dal vortice rinvigorito avrà un sentiero disseminato di fortune: è questo, il segreto della maturità di un giocatore. Cercatelo nel vostro caos calmo: siete ancora in tempo, per capire qual è la rotta giusta.