Caldiero, rombano i motori. Possente: “Qui sono felice. Nessun proclama, andiamo per gradi”

Caldiero, rombano i motori. Possente: “Qui sono felice. Nessun proclama, andiamo per gradi”

by 18 Ottobre 2013

Nessun proclama, ma nemmeno la voglia di giocare a nascondino. L’estremismo non fa per Luigi Possente. Il ping pong tra una sponda e l’altra delle visioni della realtà è affar altrui. Possente pretende equilibrio, insegna l’accortezza di andare per gradi. E’ un cultore, forse a sua insaputa, dell’aurea mediocritas d’oraziana memoria. Quel “giusto mezzo” che permette di non perder mai l’orientamento. A Caldiero se ne stanno rendendo conto. Ci vuole pazienza. Come in un romanzo di Carlo Collodi, Possente, come Geppetto, ha messo l’abbecedario in mano ai suoi, indicando la direzione da seguire per il mondo delle fiabe. Che si chiami Eccellenza, lo scopriremo solo più avanti.

La retta via, è già tracciata: i riferimenti, le basi sia concettuali che pratiche, sono ben altre dalle voci circolanti. Nè corazzata, nè compagine di prime donne. Il Caldiero è, prima di tutto, una squadra di uomini.

“Uomini veri – sottolinea Possente – e non lo dico tanto per dire. Qui a Caldiero sono felice, e non scelgo la parola “felice” a caso. Ogni volta che mi preparo per raggiungere il campo lo faccio molto volentieri. E questo perchè qui c’è un gruppo di ragazzi che mi segue, che lavora seriamente e serenamente, mettendosi a disposizione e cercando di migliorarsi senza guardar troppo gli altri”.

Uomini, certo. Ma anche calciatori dagli spiccati valori tecnici. Sulla carta, il Caldiero è una corazzata: impossibile negarlo. Possente però, tira il freno a mano.

“Non esistono favorite. A prescindere dai valori tecnici, in questo periodo tutte le squadre devono far punti. Ogni formazione scende in campo per vincere, specie agli inizi, quando servono certezze. Quando sento parlare di inizio balbettante del Caldiero sorrido. Per noi è stato l’inizio: punto. L’aggettivo balbettante l’ha aggiunto qualcun altro”.

Si spieghi, mister.

“Noi abbiamo svolto un’ottima preparazione, siamo arrivati carichi all’inizio ma abbiamo perso. Fa parte del nostro percorso di crescita, ha stimolato il nostro stato di necessità. Senza quello non si va da nessuna parte. Il San Martino, l’ho detto ai miei giocatori, ha vinto con merito. Vuol dire che dobbiamo e possiamo fare di più, e che i proclami non fanno per noi. Si guarda al campo, e basta”.

Ora il Caldiero sembra aver imboccato la strada giusta. Lo conferma anche la vittoria in Coppa con la Virtus. Mister, come valuta la crescita della squadra?

“Molto positivamente, cominciamo a ragionare in campo in una certa maniera. S’intravede il pensiero unico della mia squadra. Umanamente il gruppo, pur composto da venti giocatori nuovi, è compatto. I ragazzi si aiutano, e io cerco di dar loro la giusta rotazione”.

Un nome su tutti?

“Non faccio nomi, tutti meritano una citazione. Cito l’impegno, quello è parte di ognuno di noi”.

Uno sguardo d’insieme. Come si trova nel mondo Caldiero, nuovo per lei?

“Benissimo, non potrei dire altrimenti. La struttura è ottima, il presidente è una gran persona, appassionata e competente, così come il direttore sportivo Brutti e tutta la dirigenza. C’è uno staff d’alto livello in ogni figura, dal preparatore dei portieri al fisioterapisti, passando per i collaboratori tecnici. Il settore giovanile è in netta crescita. Non potevo trovare ambiente migliore, a esser sincero”.

Mister, volgiamo lo sguardo al campionato. La concorrente più temuta?

“Benaco, Belfiorese, Virtus, Oppeano, Provese, ci metto anche il San Martino. Tutte hanno la capacità di lottare per qualcosa di importante. Poi il campo dirà dove sapranno arrivare”.

Concludiamo. L’attuale obiettivo del Caldiero?

“Imparare a giocare per i tre punti, domenica dopo domenica. Ragioniamo così, e tiriamo le somme alla fine. Questa è la nostra filosofia”.