Bussolengo e beata gioventù: il binomio funziona ancora. Il tecnico Tommasi analizza la salvezza: “Cresciuti alla distanza, qui c’è un gruppo di prospettiva”

Bussolengo e beata gioventù: il binomio funziona ancora. Il tecnico Tommasi analizza la salvezza: “Cresciuti alla distanza, qui c’è un gruppo di prospettiva”

by 24 Aprile 2015

Beata gioventù, beata autarchia. A Bussolengo sono giorni di sospiri, di gioia e di sollievo: la salvezza, anche quest’anno, è cosa fatta. La ricetta societaria s’è rivelata calzante anche per l’anno che s’avvia alla conclusione. Un operare di necessità in virtù che, ormai, mette in luce più le virtù che gli affanni. Il Bussolengo è squadra giovane, anzi giovanissima, forse la più verde dell’intera categoria. Tra i titolari, spiegherà il tecnico Tommasi, figurano diversi ragazzi nati e cresciuti nel vivaio rossonere. Più di metà rosa è calcisticamente nata a Bussolengo, lido dove alcuni sono rimasti una vita intera, o dove molti sono tornati dopo varie esperienze altrove.

La filosofia, dunque, è presto detta: si fa un calcio genuinamente autarchico, che ha il sapore dello sport e dei suoi valori più veri, quelli che attraversano il tempo, senza pensieri, talvolta spinosi, rivolti a ritorni economici o rimborsi spese. Ancora una volta Tommasi ha forgiato un gruppo in grado di stare in categoria nonostante l’inesperienza, la fisionomia ‘leggerina’ della truppa, infarcita di rapidi folletti, tanto scaltri quanto, è fisiologico, in difficoltà sui campi pesanti, vera mannaia del Bussolengo durante la stagione fredda. Il tecnico, confesserà, per come si era messa la stagione, è più che soddisfatto di quanto raccolto sul campo.

“Ad un certo punto ci siamo chiesti se avevamo veramente le qualità per evitare i play-out – spiega – in sei gare nel girone di ritorno abbiamo fatto due punti, un po’ pochini. E’ stato un periodo difficile: dovevamo giocare sul sintetico per l’inagibilità del principale e ci ha penalizzato. Non tanto per la qualità del manto, che è buona, ma per le dimensioni del campo. La mia è una squadra che corre molto, ha bisogno di spazio. Quando gioca su campi stretti fa fatica, difatti sul sintetico non abbiamo mai vinto. Da quel periodo però abbiamo saputo uscirne, confezionando anche delle grandi vittorie fuori casa”.

La salvezza, quest’anno, a Bussolengo ha un grande valore. Tommasi lo sottolinea: ecco perchè.

“Per me è comunque una bella impresa – conclude – perchè con una squadra così giovane e leggera le difficoltà potevano essere più grandi di noi, invece tutti insieme le abbiamo superate. Il bello di Bussolengo è l’assenza di pressioni e un clima propositivo di grande impegno. Qui non ci sono rimborsi, ma chi viene qui trova un ambiente sano, pulito, accogliente, dove si fa calcio nella maniera giusta. Una filosofia che ha premiato anche quest’anno. Ricordo che salvarsi ad un mese dalla fine è segno che s’è lavorato bene: questo va sottolineato. La salvezza raggiunta all’ultimo ha un sapore speciale, la nostra soddisfazione invece, essendo arrivata in anticipo, pare quasi diluirsi nel tempo. Invece è proprio perchè ci siamo salvati con un mese d’anticipo che dobbiamo essere contenti. Faccio i complimenti a tutti, ringrazio i ragazzi uno ad uno e chiunque ci abbia dato una mano. Il futuro? Non lo so ancora. Discuterò con la società, sono dodici anni che sono qui ma la permanenza non è scontata. Parlerò coi dirigenti a fine stagione, avremo modo di confrontarci a dovere e di decidere quale possa essere la soluzione migliore per entrambi”.