Bortignon non smette mai di correre. “L’emozione è rossoblu”

Bortignon non smette mai di correre. “L’emozione è rossoblu”

by 23 Novembre 2010

  Milanista doc, è patito di play station e della pizza col crudo. Sogna Belen, tifa Verona, fa l´elettricista e gioca alla play station. Ecco l´inedito ritratto di uno dei capisaldi della Virtus degli ultimi anni. Mezzo mondo è convinto che uno come Stefano Bortignon meriterebbe di essere in serie C. Dicono che in Interregionale sia sprecato, anche se alla Virtus sta benissimo. Stefano Bortignon, a 27 anni, è ormai un veterano. Ha sempre avuto qualcosa in più, fin dagli Allievi del Sona Mazza quando non ci voleva molto a capire che quel ragazzo che al pallone dava del tu un po´ di strada l´avrebbe percorsa.

Bortignon, la più grande emozione vissuta con la Virtus?

«Quando abbiamo vinto l´Eccellenza e la Coppa Italia».

Un aggettivo per la Virtus?

«Strana, in positivo però».

A quale giocatore vorrebbe assomigliare?

«A Clarence Seedorf, da buon milanista».

La donna dei suoi sogni?

«Belen Rodriguez, ma non solo lei».

La squadra del cuore?

«Il Milan. I miei genitori hanno sempre tifato Milan, a me sono sempre piaciuti molto i giocatori del Milan. Penso a Van Basten, a Gullit, A Rijkaard».

Il giocatore più antipatico?

«Materazzi».

Il gol più bello che ha visto?

«Il 2-0 di Van Basten alla Russia nella finale degli Europei dell´88. Fantastico»

Il più bello che ha segnato?

«Non ne faccio tanti, non è facile ricordare. Mi viene in mente quello al secondo anno di serie D, contro il Domegliara in Coppa Italia. Era la prima in casa, stavamo perdendo 2-0 e abbiamo rimontato fino al 2-2. La palla mi è arrivata indietro dalla punta, ho tirato rasoterra dal limite e la palla si è infilata all´angolino».

Lavora?

«Sì, elettricista. Impianti civili e industriali, a Dossobuono».

Dove abita?

«A Sommacampagna».

Che fa nel tempo libero?

«Mi piace molto la play station, così come uscire con gli amici».

Fuma?

«No, mai fumato».

Ai giocatori che fumano che direbbe?

«Che di fanno male da doli, sono le prestazioni a risentirne. Sicuro».

Il suo stadio preferito?

«San Siro».

E all´estero?

«Il Bernabeu di Madrid».

Piatto preferito?

«Pizza col crudo».

Allenatori preferiti?

«Spalletti fra i professionisti. E Patrizio Minozzi ai tempi in cui ero al Chievo. Adesso lui allena il Casaleone».

Perché Bortignon non divenne professionista?

«Lì ho giocato un anno di Juniores Nazionali e due di Primavera. Quando ero in età di firmare il precontratto mi dissero che per me non c´era posto. Il Chievo mi ha aiutato a trovarmi una squadra».

Lo sportivo che vorrebbe conoscere?

«Roberto Baggio».

Quello che ha conosciuto?

«Pizarro, quando con la Virtus andammo a giocare contro la Primavera della Roma. Facemmo la foto con Totti, Pizarro si fermo un po´ di più con tutti noi».

Il poster appeso in camera da bambino?

«Quello di Van Basten».

Miglior squadra straniera?

«Il Barcellona».

Un consiglio a Cassano e Balotelli?

«Sono forti, ma se avessero una testa migliore lo sarebbero ancora di più».

Verona o Chievo?

«Verona».